Musica: geni e generi

Ben arrivati, in ritardo, a “Musica: geni e generi”, oggi intitolata “L’Anima della Musica: il Soul”: una rubrica innovativa, che, di sabato in sabato, scandirà la musica in quanto a geni e generi, appunto. Dal soul alla classica, passando per il cantautorato, le band, il rock, il funk, l’hip-hop, il rap, il trap, bottega di idee riunisce in unica rubrica tutta la musica, raggruppata per generi e scomposta da geni. Sperando che “L’Anima della Musica: il Soul” faccia capire quanto bottega di idee tenga a questa rubrica, ringraziamo dell’attenzione e vi auguriamo una buona lettura.

L’uomo nasce in Africa. La prima musica prodotta dall’uomo, con la nascita di un bambino, viene da lì. E quando la mamma si chiama rhythm and blues e il figlio soul, ecco che siamo negli anni sessanta, quando, per la prima volta, il rhythm and blues si commercializzò. Dalla fusione del jazz, del gospel e del pop, il soul iniziò a farsi largo, cullato dai padri fondatori, quali Ray Charles, Aretha Franklin, James Brown e Stevie Wonder. Miscelando le quattro stratosferiche personalità qui sopra descritte, bottega di idee si è arrogata il diritto di raccogliere un brevissimo elenco di dodici canzoni, tre per artista, assolutamente da conoscere:

  • Ray Charles, per qualsivoglia ascoltatore, va conosciuto: non solo inventò il soul con  I got a woman, ma fu visionario nel comporre Hit the road jack, ancor oggi oggetto di molte cover. Il vero capolavoro di Charles, però, fu Georgia on my mind, che lo consacrò a livello internazionale. Definito da Frank Sinatra – non proprio uno a caso – “il genio del business”, Ray Charles, nel 2004, fu indicato da Rolling Stone Magazine come decimo tra i 100 più grandi artisti di tutti i tempi;
  • Aretha Franklin, non a caso definita “la Regina del Soul”, invece, nella stessa classifica, è nona, e le tre canzoni che ci permettiamo di prendere dal suo vastissimo repertorio sono ThinkA change is gonna come e Ain’t no way;
  • James Brown, alias “massimo ispiratore di Michael Jackson” – citando Wikipedia -, invece, prima della “deviazione” funk degli anni Settanta, fu uno degli iniziatori del soul, con capolavori senza tempo come It’s a man’s man’s man’s worldSex machine (tra l’altro composta nel 1970, a cavallo con il passaggio al funk) e Prisoner of love;
  • Stevie Wonder, autentica leggenda del soul ma non solo, autore di My cherie amourPart time lover e These three words, invece, non necessita di presentazioni, né di classifiche: è, semplicemente, il più apprezzato autore e musicista della black music.

Dodici canzoni, tre per autore, una al mese, per capire la storia di questo meraviglioso genere musicale, per aggiornare la propria cultura personale, e per ascoltare un po’ di poesia, in mezzo a un mondo chiassoso, che riduce la musica a classifiche e visualizzazioni.

Cullandovi con queste dodici perle, vi ringraziamo per l’attesa e per la lettura. A sabato.

Bottega di idee

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