Temi di vita: la matematica nella mente, la scienza nella psiche

Bentornati a “Temi di vita”. Oggi un titolo provocatorio e provocatoriamente lungo ci ricorda come la mente – intesa in senso buddista – sia oramai invasa dalla matematica e dalla scienza, e di come ciò ne annienti la capacità di pensiero.

Matematica, fisica, scienze. Non solo le tre materie tanto odiate e spesso insufficienti, ma anche e soprattutto i tre campi della mente che oggi, la mente, l’hanno invasa. La scienza, e la matematica, sono. Che cosa non si sa, né è lecito aspettarsi di capirlo, ma sono. La matematica è la scienza dell’ “è”, dell’essere; la scienza la materia del definibile. O meglio, reinventando un’unica definizione che integri al meglio le due “dottrine”: “Tutto ciò che è circoscrivibile tramite numero e dimostrabile tramite sperimentazione, viene comunemente definito scienza, la cui massima estensione è detta matematica. Per matematica intendiamo, infatti, tutto ciò che è, esiste, ed è dimostrabile e tangibile.” “[…] tutto ciò che è, esiste, ed è dimostrabile e tangibile”: riflettiamo su queste parole: 2+2 sarà sempre 4, e la materia sarà sempre costituita da particelle infinite e infinitamente piccole, eternamente divisibili sino a un livello in cui verranno ritenute troppo piccole per essere divise: tale livello si può definire come “particelle subatomiche”. Tutto è, dunque, ma niente appare. Insomma, il contrario di quanto accade nel mondo di oggi, ove tutto appare ma niente è. 

Già, perché quando si finisce a credere che tutto sia o che tutto possa essere, come la scienza insegna, si manca di astrazione. Si diffonde il materialismo e non l’astrazione, il significato e non la significazione. L’ateismo prende piede, mentre il cattolicesimo viene dilaniato da ogni dove. Che sia giusto o che sia sbagliato – sempre ammesso e non concesso che esistano -, non importa. Tutto è, tutto deve essere. La freccia – e anche la feccia, perché no – del mondo tende verso il godimento, verso il soddisfacimento di bisogni propri. L’uomo è padrone, e in un’epoca in cui tutti espongono l’importanza di un “nuovo Umanesimo”, nessuno si accorge che l’uomo è già al centro del mondo, ed è proprio questo a essere profondamente erroneo.

Concludiamo con un esempio pratico di come la scienza stia uccidendo l’umano: in latino, la doppia negazione afferma. In quanti sostengono, sbagliando, che anche in italiano avvenga ciò? “Non c’è nessuno che lo venga a prendere”, infatti, non vuol dire che il soggetto di questa frase vada in autonomia in un qualche luogo né che rimanga dov’è, ma che, semplicemente, non c’è nessuno che “lo venga a prendere”, appunto; così come, del resto, “Non esiste un calciatore non italiano” non vuol dire che tutti i calciatori siano italiani, ma che, quindi, al momento, non ne esistano di altre nazionalità. Questi due esempi che potrebbero sembrarvi distaccati dal discorso iniziale, in realtà ne sono la conferma: nel momento in cui anche il linguaggio viene paragonato a un ente descrivibile con numeri e sperimentazioni empiriche, il linguaggio stesso muore.

Quando la matematica entra nella mente e la scienza nella psiche, ecco che queste due decadranno, perdendo di senso e di significato. Dando invece nuovo lustro a materie – scolasticamente parlando – che non riempiano la mente, ma obblighino a svuotarla per poi nuovamente aggiungere nuove competenze, e non nozioni, come l’economia politica, le scienze umane, la filosofia e la storia, certamente il risultato sarebbe diverso da quello di oggi: un mondo meno perfetto, meno scientifico, ma più umano, più comodo per le emozioni oggi tanto oppresse.

Un mondo in cui la psiche entra nella scienza e la mente nella matematica, e non viceversa.

Bottega di idee 

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