Bentornati all’unica rubrica che legge solo Il Fatto Quotidiano, guarda solo LA7, e tifa Juve. E, per tutti questi motivi, non ha mai delusioni.
- Scissione avvenuta, finalmente. I poveri neonati Bersani, Rossi e Speranza – in che cosa non si sa – hanno annosamente deciso di staccarsi dal capezzolo di Renzi. E il cambiamento è nettissimo: da PD, cioè Partito Democratico (ma quando mai); a DP, Democratici e Progressisti (se il progresso è Bersani, figuratevi l’Italia…). Secondo i sondaggisti, il DP starebbe sul 3%-4%, mentre il PdR (Partito di Renzi) non supererebbe il 28%. Ora ci manca solo che l’ardito sostenitore della democrazia Matteo Renzi in Berlusconi, da premier quale è – se si considera l’inesistenza di Gentiloni -, che nella nuova legge elettorale, che non sta facendo, metta una soglia di sbarramento al 5%. Così a Bersani e Rossi, di rimanere in Parlamento, rimarrà solo una vana Speranza.
- Matteo Renzi in Berlusconi, dicevamo. E se a paragonarli non bastassero le politiche di centrodestra adottate dal rottamatore rottamato, ecco che “il figlio adottivo (…) del pagliaccio fatto di plastica”, come lo chiamammo in quel quarto decalogo, riprende, copia e incolla, l’ideona di “lavoro di cittadinanza” di quel geniaccio mai compreso di Renato Brunetta. Insomma, un’idea d’alta statura.
- L’unico giornale degno di tale nome, cioè Il Fatto Quotidiano, qualche giorno fa, quasi contemporaneamente all’uscita del libro “Orgoglio e vitalizio”, ha lanciato una petizione (per firmare, QUI), che modifica assennatamente e con ragionevolezza il vergognoso privilegio dei vitalizi riservati ai Parlamentari. Questa petizione, in men che non si dica, supera le 210mila firme. Così, mentre i giornaloni parlavano della vergognosa Raggi che forse ha salvato un progetto dissennato e frettoloso che qui invitavamo a rifiutare, Il Fatto e i cittadini provavano ad abolire uno dei millemila privilegi riservati a lor signori che dovremmo chiamare “Onorevoli”. Qui, di “onorevole”, oltre ovviamente a Bottega di idee, io ci vedo solo quei 210mila e più firmatari e quel giornale che, tanto per dirne una, da solo contro tutti, sin dall’inizio si ribellò, avendo poi ragione, a quella porcata firmata Boschi e Verdini che doveva sostituire quella meraviglia, magari antica ma meravigliosa, della nostra Costituzione.
- Che poi, voglio dire: non è che i politici non si siano espressi sulla richiesta del Fatto. No, si sono detti favorevoli. Cioè, tradotto: quegli stessi politici – fatti salvi i 5 stelle, ma per sole ragioni cronologiche – che da 25 anni non si schiodano dalle poltrone, dovrebbero essere gli stessi che vorrebbero liberarsi del privilegio dei vitalizi. HAHAHAHAHHAHAHA. Ecco, fanno solo ridere.
- Stamattina, DJ Fabo si è spento, in Svizzera. Dopo tre rinvii del Parlamento sul tema, l’ex DJ ha deciso di spostarsi in una clinica svizzera dove poteva, tutelato dalla legge, decidere di porre fine alle sue sofferenze. Intanto, dopo il silenzio di Mattarella – che non è una novità – e quello dei politicanti di oggi, segue altro silenzio. Silenzi su silenzi per cercare di spegnere un tema scomodo. E mentre questi qui tacciono, le storie come quella di DJ Fabo, di ragazzi e ragazze costrette a morire in altri paesi, aumentano. CHE SCHIFO.
- Terminata la nostra parentesi seria, del tutto inusuale, possiamo tornare a parlare di cose vuote e prive di spessore morale. Tipo Sanremo, per esempio. Già, perché il Sanremo del 58% di share, il Sanremo dei record, il Sanremo di Carlo e Maria, l’ha vinto Francesco Gabbani. Chi? Boh. Un tizio che canta con una scimmia una canzone orribile dal ritornello estivo. Insomma, il perfetto esempio dell’Italia oggi.
- Nel frattempo, come previsto e sottolineato, le dichiarazioni di De Laurentiis fanno tutt’altro che bene al Napoli che è annichilito da una strepitosa Atalanta. E ora lo aspettano Juve, Roma e Real. #Sarristaisereno
- Certo che tra LA7 e gli altri canali televisivi c’è proprio una galassia. Da una parte Mentana, Floris, Gruber, Minoli, Formigli e Telese, con un Crozza che ha appena lasciato; dall’altra tutti, e quindi il nulla.
- Divertente i giornaloni abbiano appreso del gigantesco caso Consip qualche giorno fa, facendolo diventare il caso Emiliano. In effetti, secondo i rigorosissimi criteri piddini – qualsiasi cosa voglia dire -, essere non indagato e portato a testimoniare su un saldo sistema che si muoveva tra Tiziano Renzi – padre solo di nome di quel Matteo in Berlusconi che ha sciaguratamente generato -, indagato; Luca Lotti – ovviamente Ministro inattaccabile e di fiducia del governo RenziLoni (o Renzi-bis, se preferite) -, indagato; e Carlo Russo – amico del padre di Renzi -, indagato; è una grave colpa. Così, la testimonianza di Emiliano provocherebbe un conflitto d’interessi. Perché, in effetti, avere padre, amico e ministro indagato, non è conflitto d’interessi. Naah, ma che, vi pare la stessa cosa: uno è un pericolosissimo signore che mina la stabilità del PdR parlando di mafie e di onestà, l’altro un tranquillissimo gioppino che ci diletta con la sua sapienza muovendosi tra bonus inconcepibili – vedi gli 80 euro -, e riforme incostituzionali e scritte coi piedi. Quindi, logicamente, il 90% della stampa nazionale sta con il secondo.
- Basta. Mi avete sfinito. Tra Renzi, Lotti, Renzi, Berlusconi, Renzi, Verdini, Renzi e Bersani, mi avete davvero ucciso. E dato che il fil rouge è Renzi, direi che abbiamo un buon motivo per dire che è davvero #lavoltabuona per terminare questo articolo.
p. S. a tutti quelli che sono arrivati sin qui, #statesereni. Il Decalogo torna, sempre.
Bottega di idee