Bentornati nell’unica rubrica che non sogna un futuro migliore, ma proprio un futuro. Perché in effetti, non ce n’è traccia.
- Giusto per dirvi l’attenzione con la quale sto seguendo il recente campionato di Serie A, oggi alle 15 c’era Roma-Napoli, la seconda contro la terza, partita importante e decisiva. Tant’è che, oggi, ho deciso di non guardarla, per tre fondamentali motivi: 1) dopo la disfatta con l’Atalanta e la sconfitta con la Juve, e le tre contemporanee sberle dei giallorossi all’Inter, le possibilità che gli uomini di Sarri vincessero erano pari allo 0.001%; 2) per tutta la mia vita, mi rifiuterò di vedere qualsiasi partita del Sabato alle 15. Sarà merchandising, sarà sicurezza, sarà sto cazzo. Però Sabato alle 15 no, dai; 3) se ci fosse un campionato, mi piacerebbe seguirlo. Ma con la Juve già vincente certa da maggio (2016), seguire la Serie A è diventato un hobby. Ah, e non chiedetemi pronostici su Roma-Napoli, tanto è ovvio: vince la Juve.
- Caso CONSIP/1: la Rai. I Tg della Rai, da qualche giorno, hanno scoperto il caso CONSIP, meglio noto come il più grande appalto d’Europa. Tutte le evidenze sono ipotesi, tutti i presenti diventano condizionali, e tutti i personaggi divengono comparse.
- Caso CONSIP/2: i giornaloni. Del miliardario – in senso stretto – giro di denaro attorno al caso CONSIP, nei giornaloni, se ne parla a pagina 17, dopo 16 pagine spese per: a) polemiche contro la Raggi; b) polemiche contro il M5S; c) tentato sputtanamento di Michele Emiliano; d) pubblicità. E magari se ne parla in mezza paginetta, dando Tiziano Renzi, indagato; Carlo Russo, indagato; Alfredo Romeo, arrestato; come certi innocenti. Invece la Raggi è colpevole, rea di non aver ricevuto una polizza di cui non era a conoscenza e di cui non poteva godere.
- Caso CONSIP/3: Il Fatto Quotidiano. C’è poco da dire: lì, in quel giornalaccio del malaugurio, del caso CONSIP se ne parla dal 19 dicembre – tra parentesi, ma neanche troppo, anche noi, al punto 4, ne avevamo parlato. Insomma, i soliti due mesetti di vantaggio sulla concorrenza.
- Caso CONSIP/4: Emiliano, Renzi, e i conflitti d’interesse. Niente da dire. Già scritto tutto qui, al punto 9.
- Divertente comunque che gli italiani sappiano di più della Raggi e delle polizze di cui non poteva godere, che di un gigantesco caso di 2.7 miliardi che coinvolge la prima figura istituzionale, Renzi; la seconda, Lotti; forse il più grande imprenditore italiano, Romeo; il babbo dell’attuale premier – Gentiloni non esiste, si sa –, Tiziano; un amico di Renzi, junior e senior, Carlo Russo; il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, addirittura promosso in seguito allo scandalo, Tullio Del Sette; e Saltalamacchia, che dato il cognome non merita alcun approfondimento. Rischieremmo di macchiarne l’indiscussa onestà.
- Dati dicono che Renzi avrebbe il 65% dei consensi all’interno del suo partito, mentre il restante 35% se lo spartirebbero Emiliano e Orlando. Se perde anche questa volta, Renzi potrà dedicarsi al footing. In fondo, non gli farebbe male. Forse. Di sicuro, agli italiani farebbe benissimo.
- Crozza, con Belpietro e Mannoni, sfiora la perfezione. Ma non solo dell’ironia, anzi: il suo più grande pregio è rappresentare i personaggi esattamente per come sono. Cliccate qui per rendervene conto.
- Ho recentemente scoperto che l’articolo più letto del sito è questo, con tanto di dedica a Bello Figo Swag. Dato che sono in lutto, si passi al punto 10.
- Niente da fare, sono in lutto. Punto 11.
- Va bene, il mio sciopero è stato già abbastanza significativo. Perciò lo continuo. Punto 12.
- Giusto per tornare a fare la strepitosa informazione che non siamo abituati a sentire dai giornali, possiamo tornare a parlare del lavoro che sta facendo Salvini. Inesistente. In fondo, lui non l’ha mai fatto, un lavoro. E qui ci sono le prove.
- 80 euro/1: panem, circenses e voti. Il video è del 12 marzo 2014, e Renzi sta promettendo 80 euro netti al mese per 10 milioni di italiani. Fin qui tutto bene.
- 80 euro/2: i poveri più poveri. Qualche giorno fa, si scopre che coloro i quali posseggono meno di 8mila euro annui (la fetta interessata era tra gli 8 e 26mila euro di reddito), e che hanno ricevuto gli 80 euro a rate, devono restituirli, integralmente e urgentemente, allo Stato. Insomma, Renzi prima compra il voto delle fette di popolazioni in maggiori difficoltà economiche, concedendogli addirittura 80 euro; poi, a votazione conclusa e governo decaduto – si fa per dire -, glieli toglie. Come disse lui, shish, he is a ginius!
- Ma con un Paese così, rappresentato da figli di papà indagati, da ex premier incastrati tra prostitute, processi e Milan – quale sia peggio non si sa -, da Ministri degli Esteri che non sanno l’inglese, da Ministri dell’Istruzione che hanno la terza media, e da Ministri dell’Economia che non sanno quanto costa 1 litro di latte, cosa si può fare? Come dite? Niente? Esatto: niente. Quindi stop. Se so qualcosa, vi dico al prossimo Indietro nel futuro. Alla prossima!
Bottega di idee