Tre appuntamenti in una settimana per uno “Speciale temi di vita“, che si concluderà domenica a seguito di tre – compreso questo – articoli sulla storia di Tiziano, assolutamente inventata dall’autore. Due articoli che potrebbero sembrare misteriosi, accompagnati da un solo “indizio”, in fondo alla pagina, e da un articolo esplicativo – uscirà domenica – che darà grande attualità alla nostra storia e la ricollegherà all’importanza che la punteggiatura ha nella nostra vita, e che fornirà una spiegazione su come essa abbia un inimmaginabile potere sulla nostra mente. Il primo sarà scritto con solo punti, il secondo con almeno 55 – un numero spropositato e folle ma in linea con le nostre ambizioni – virgole… Insomma, una sfida folle e apparentemente immotivata. Ma aspettate, pazientate un pochino, e Domenica scoprirete tutto. E tutto assumerà forma, senso, luce. “Perché” se vogliamo che “la luce sia splendente, ci deve essere l’oscurità”, come ebbe a dire Francis Bacon.
Lui è Tiziano. Insegna italiano alle scuole medie ma questa vita non l’ha scelta. E’ stato costretto. Una costrizione continua. Capiamo perché. Facciamo un salto indietro nel tempo. Ha 6 anni ed è appena stato picchiato da dei ragazzi di 13 anni. Ragazzi di terza media che picchiano un povero innocente bimbo più piccolo di 7 anni. Assurdo. Una storia incredibile. Una storia che però continua. Tiziano ora ha 44 anni. Da tre anni vive a casa dalla mamma. Ha perso tutto. Il lavoro prima. La ragazza poi. Prima di insegnare Tiziano era poliziotto. Alle quattro di mattina del 23 aprile 1997 Tiziano viene provocato da un passante americano. L’americano stava andando in contromano e Tiziano da bravo poliziotto lo ferma. L’americano scende dalla macchina ed è parecchio irritato. Tiziano spiega con perfetto inglese la situazione. L’americano però non capisce. Oppure fa finta di non capire. Tiziano sembra quasi dispiaciuto. In effetti può essere che l’americano non sapesse di essere in contromano. Ma quello è il suo lavoro. E l’americano non può impedirglielo. E invece lo fa. L’americano scende. L’americano urla. L’americano colpisce. E Tiziano cade. Cade in coma per tre mesi. Al risveglio trova la madre. Due giorni dopo scopre di essere stato lasciato. “Non potevo rischiare di perdere la mia vita per te”. Questa il messaggino che Tiziano trova sul suo telefono. Ora ha 42 anni. E’ solo. Si rifugia da sua madre e intanto cerca lavoro. Si laurea per la seconda volta. A 44 anni ha un’altra occasione. Viene chiamato a insegnare alle scuole medie di Firenze ma lui abita a Sondrio. E non può lasciare lì da sola sua madre. Così tutte le mattine parte e tutte le sere ritorna. Ore e ore di treno. Tiziano non ce la fa più. Il 23 aprile 1999 ha un incidente. Un frontale. Tiziano si addormenta. E questa volta forse è davvero per sempre. Cade di nuovo in coma. Poi i medici sbagliano cura e Tiziano rimane paralizzato. Tiziano ora “vive” grazie a una macchina. Anche se Tiziano della vita non vuole saperne più. Tiziano è in una situazione paradossale. Vuole morire ma non può. Lo stato glielo proibisce. Tiziano della vita non vuole saperne più ma la mamma lo convince. “Aspetta ancora un anno”. Così la madre lo implora. “Un anno e troveremo la cura”. Questa è la sua promessa. Tiziano acconsente.
E se la vita sconfiggerà la morte lo sapremo tra qualche giorno. Lo scopriremo nello “Speciale temi di vita/2: di punto in parola.”
Inutile dire che questa sia una prova. Un tentativo. Un’idea, un sogno, un’invenzione. Cercare di mantenere splendente la luce su temi di grande attualità ma facendolo in modo alternativo, nostro, con sfide apparentemente dissennate ma che in realtà, scoprirete, avranno grande importanza. Mantenere alto il sole su argomenti troppo spesso messi in ombra, ma farlo a modo nostro. Questo era il nostro sogno. Un sogno dolce come il miele, un sogno scintillante come una cometa, un sogno folle come Bottega di idee. Chissà se il sogno diventerà realtà.
Bottega di idee