Musica: geni e generi

Torna la rubrica musicale del nostro sito, che per qualche appuntamento cambierà leggermente struttura e si dedicherà ai più grandi cantautori italiani.

Una delle qualità più apprezzate nella scrittura e nell’oratoria è quella di saper modificare i propri testi e i propri discorsi in base all’interlocutore con chi si ha a che fare. Così, Bottega di idee, per offrire miglior qualità e maggior quantità, ha deciso (sino a che tratterà di cantautori italiani) di modificare leggermente struttura rispetto alla sua consona rubrica musicale: da oggi, con questo e due successivi appuntamenti di musica di alta – anzi, altissima – qualità, riuniremo tre grandi cantautori italiani ad articolo ricordandone cinque canzoni ciascuno. Ma ora bando alle ciance: che la musica abbia inizio!

  • Fabrizio De André, detto Faber, è forse il più grande cantautore italiano di sempre. Tra le gemme dell’autore genovese abbiamo voluto ricordare La canzone dell’amore perdutoVerranno a chiederti del nostro amoreAmore che vieni amore che vaiHotel Supramonte e Un malato di cuore,  anche se è bene specificare che scegliere solo cinque canzoni all’interno del suo enorme patrimonio è stato davvero “drammatico” – così come per gli autori che seguono, del resto.
  • Se Faber è stato descritto come il più grande cantautore italiano, La cura di Franco Battiato è da molti ritenuta non solo il miglior pezzo del cantautorato italiano, ma della storia della musica. Del “Maestro” ricordiamo una canzone assai attuale, Povera patria, ma anche le più romantiche Te lo leggo negli occhi e La stagione dell’amore, per poi concludere con un pezzo multiforme e complesso, e meraviglioso per la sua profondità:  E ti vengo a cercare, il cui testo è ancor oggi “oggetto di dissezionamento” per molti, che non raramente prelevano meravigliose frasi contenute nel testi.
  • Autore completamente diverso dall’intimista-filosofo appena ricordato (Battiato) e dal poeta migliore d’Italia – perlomeno questa è la nostra opinione – (De André), è il napoletano Pino Daniele, che con canzoni come Je so’ pazzo, ma soprattutto Napule è, ha scolpito e plasmato intere generazioni, uniti dal sangue napoletano e dalla passione per quel meraviglioso chitarrista e cantautore che, tra le altre, composto pezzi come Alleria o Io per lei. Chiudiamo il suo repertorio – si fa per dire – con Che male c’è, canzone ancor oggi canticchiata, conosciuta, e indissolubilmente legata alla figura di Pino Daniele.

Sperando che il cambiamento di struttura sia risultato efficace e auspicandoci che questa rubrica piaccia e continui a interessare come sempre ha fatto sin qui, vi lasciamo con quindici, meravigliose, canzoni, dei tre cantautori più importanti d’Italia. Ammutolendoci per una sorta di rispetto e contemplazione dei pezzi che ci accingiamo ad ascoltare, non ci resta che lasciarvi a questo strepitoso ascolto. Grazie, alla prossima.

Bottega di idee

 

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