Ninfee

Prima scrittura di Aprile per Teresa, che aggiorna il suo catalogo aggiungendo “Ninfee”, ornato da una nuova meraviglia della nostra disegnatrice.

LA SCHIUMA DEI GIORNI, Boris Vian, 1947

“La storia è interamente vera, perché me la sono inventata da capo a piedi”

Colin è solo.

Nonostante i topi danzanti ed il cuoco Nicolas, pretende di innamorarsi.
“Io vorrei essere innamorato. Tu vorresti essere innamorato. Egli vorrebbe idem (essere innamorato). Noi, voi, vorremmo, vorreste esserlo. Essi pure vorrebbero innamorarsi…”. Non gli basta più la musica di Duke Ellington ed il suo pianococktail.

Colin incontra Chloè.

Chloè e Colin da quel momento danzano mano nella mano in un mondo fatto di nuvole pietose e topi da compagnia. Camminano leggeri su un mondo impensabile, dove le anguille passano per i rubinetti e nel quartiere dei medici scorrono fiumi di sangue ed organi, dove le persone cadute sulla pista di pattinaggio vengono gettate via come mosche sul cruscotto ed i vetri rotti si cicatrizzano da soli. Questo mondo è “una proiezione della realtà,in un’atmosfera obliqua e surriscaldata, su un piano di riferimento irregolarmente ondulato e un poco distorto.”

Tutto appare come una filastrocca allucinata di amore e morte, impossibile per i nostri occhi abituati ad un’apparente, perfetta, coincidenza dei rapporti causa-effetto, con le nostre formule fisiche e le tavole periodiche. Talmente assuefatti da un universo pieno di risposte, da rimanere indifferenti ai misteri che stanno davanti ai nostri volti disincantati in ogni momento.
Il sole che si trasforma in gocce di luce per Colin non è motivo di particolare interesse, mentre a noi appare straordinario e gli arcobaleni e la nascita dei fiori a noi non fanno nascere particolari domande, perchè ad essi siamo abituati. Leggendo, le distanze tra il “nostro mondo” e quello di Chloè e Colin mostrano strutture sempre più speculari, e tutto ciò che è scritto sembra sempre più possibile.
Nel petto di Chloè nasce una ninfea.
Le pareti si stringono, il mondo perde colori, tutto spende Colin per far seccare quella ninfea, per far rifiorire Chloè.

“.. e il sole se ne va”
“Quello può anche tornare”, disse l’antiquario, incoraggiante.
“Non credo”, rispose Colin.
“E’ una cosa che accade nel profondo.”

Le pareti si stringono, il mondo perde colori, certe volte le pastiglie dei conigli metalmeccanici non sono abbastanza, anche nelle favole.
E anche i topi che guardano silenziosi decidono di andarsene.
Tutto si spegne, la filastrocca a colori finisce nel fumo.

“… si trovò tutto bagnato di sole. Solo i suoi occhi restavano nell’ombra.”

Teresa

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