Vibrazioni: una parola, mille possibili declinazioni. Oggi, Bottega di idee vi invita a riflettere sull’immensità di questa parola, e su tutte le sue differenti sfumature.
A tutti quelli che non sanno parlare della vita senza parlare della musica.
“Quando ormai si vola non si può cadere più… vedi tetti e case, e grandi le periferie, e vedi quante cose sono solo fesserie”, scrisse Vasco Rossi, nella sua meravigliosa canzone “Gli angeli”.
E per volare, in un mondo come questo, non si può far altro che scrivere, leggere e vivere di musica. Perché è solo con meraviglie come quella canzone, di cui si parlerà nel prossimo “Musica: geni e generi”, che si può volare. In un mondo in cui tutti sono immersi nella loro sfera privata, in un mondo in cui ognuno è in una sola dimensione, del tutto – e non solo apparentemente – sconnessa da quella altrui, solo i linguaggi universali possono esserci d’aiuto. Linguaggi come il gioco, l’altruismo, o appunto la musica. Linguaggi che uniscono, e che soprattutto non contribuiscono alla formazione di un mondo sempre più diviso. Linguaggi, appunto, universali.
Opinione riconosciuta dai più è che in questo mondo, per noi giovani, non vi siano punti di riferimento. Non ci sono personaggi a cui ispirarsi, se non passati, né tantomeno prospettive future che ci possano far ben sperare. Come dicevamo qui (al punto 2), guerre e conflitti mondiali, se non vi sono già, sono dietro l’angolo. E’ un mondo quasi incomprensibile, un mondo che ha un folle e disperato bisogno: stabilizzarsi. Poter fermare questa vibrazione continua che lo fa oscillare pericolosamente. E dato che, come dicevamo qui (nell’introduzione), del futuro non ce n’è traccia, né tantomeno di quella stabilità di cui tutti, chi più chi meno, avremmo bisogno, in un mondo che ci fa vibrare, vibrare continuamente, rischiando disperatamente di cadere, bisogna imparare a farlo. E per imparare a farlo, bisogna sapere cos’è, la vibrazione. Sulla pagina Wikipedia dedicatagli, “scopriamo” che con vibrazione intendiamo un’oscillazione attorno a un punto di equilibrio, ma, come dicevamo prima, di punti d’equilibrio, oggi, non ce ne sono.
Su come trovarli, e quindi su come poter provare a vivere, anzi a vibrare, in modo positivo, ci istruisce Albert Einstein: “La vita è come andare in bicicletta: se vuoi essere in equilibrio devi muoverti”. Ed è proprio questo che Bottega di idee, oggi, vuole provare a suggerire: trovare l’equilibrio nel movimento, trovare la stabilità evitando l’immobilità. “L’equilibrio è al centro”, si potrebbe dire. Forse. O forse no. Ma il punto, il focus, il centro del nostro interesse non è certo questo. Ciò che noi dobbiamo capire è come dobbiamo muoverci. Come poter fare in modo di esser sempre pronti, a tutto. E non solo per modo di dire. Ed è dalle origini del nostro mondo che capiamo come poterci vivere: non era forse già Eraclito a dirci che il nostro è un mondo di opposti, e che il modo migliore di vivere è trovare un punto comune, un trait d’union, tra questi? Pensiamoci: il nostro è un mondo paradossale. La prima potenza mondiale è guidata da un folle che sta scatenando guerre per distrarre l’opinione pubblica dai suoi guai di politica interna; l’Europa sta implodendo; l’Italia è “governata” da un privato cittadino. La musica diffusa oggi dura un’estate a dir molto, e hit dopo hit si cancellano canzoni commerciali e prive di contenuto, mentre la Musica degna della M maiuscola, quella di cui parliamo da mesi, non passa, non passa mai. Ed è con questa musica che vogliamo concludere quest’articolo: perché in un mondo che ci fa oscillare senza punti d’equilibrio, non ci resta che vibrare.
Vibrare, e vibrare con arte, con saggezza: spostarsi da un punto all’altro, senza cadere o perdersi.
Vibrare, e poter volare sopra questo mondo di orrore e di paradossi.
Perché “Quando ormai si vola non si può cadere più… vedi tetti e case, e grandi le periferie, e vedi quante cose sono solo fesserie”.
Bottega di idee