Invito all’Oriente

Oggi la nostra rubrica zen propone una riflessione sull’importanza di ogni nostro atto, e su come alla base di ogni nostro pensiero, parola o azione ci debba essere un ragionamento, un’idea, una scelta meditata. Perché se la logica non è solo una disciplina matematica, allora è bene dimostrarlo nel nostro modo di essere.

Quello che noi facciamo è solo una goccia nell’oceano, ma se non lo facessimo l’oceano avrebbe una goccia in meno. – Madre Teresa di Calcutta

In tanti ammirano la grandezza di un baobab, ma in pochi ne sanno trovare le radici, le caratteristiche, e ammirarne le sue sfumature. Allo stesso modo, in tanti amano un oceano, mentre assai meno riescono a capire che quell’immensa massa d’acqua che si para loro di fronte altro non è se non gocce d’acqua, appunto. Ma, come già detto (punto 7), la perfezione sta nel piccolo, nel minuto, nell’infinitesimale. Quello che Bottega di idee oggi vuole proporvi, anche grazie alla nuova opera della nostra disegnatrice, è un invito a concepire la vita come una serie di istanti, di momenti, e di scomporre questa nostra grossolana esistenza in granitici, e cristallizzati, istanti di pura vita, di semplice felicità. Ed è da lì che vogliamo partire: dalla purezza della vita, dalla semplicità d’essere felici. Perché in quel timidissimo sorriso che si accenna nel viso della ragazza ritratta da Giulia – la nostra disegnatrice – c’è tutta la perfezione dell’essere umano che, nudo, si unisce alle nuvole che lo circondano, anch’esse, come l’oceano di prima, costituite da piccole, semplici, gocce d’acqua.
Piccole e semplici gocce d’acqua che uniscono l’uomo alla terra e al cielo, piccole e semplici gocce d’acqua, che, semplicemente, donano la vita alla maggior parte degli esseri senzienti.
Piccole e semplici gocce d’acqua che possiamo essere anche noi. Possiamo, nel nostro quotidiano, donarci al mondo, per quanto esso possa sembrarci crudele e ingiusto. Possiamo fare in modo di essere piccoli e semplici gocce d’acqua nell’oceano di questo pianeta. Possiamo provare a dare il nostro contributo, per quanto possa sembrarci irrisorio. Possiamo firmare petizioni, lanciare appelli, scendere in piazza, far valere i nostri diritti. Ma, forse, è più che una possibilità. E’ un dovere.
E’ un dovere perché questo è un mondo sempre più incomprensibile. Un mondo pieno di sfumature, di bianchi e neri che sfumano in grigi, di macchie di colore che vanno a formare quadri imprevedibili. Un mondo in cui l’aiuto viene visto come un’invasione, il contatto come una perversione, il bacio come una ripetizione di un gesto qualsiasi. Un mondo in cui è necessario spogliarsi di ogni apparenza, e coprirsi di pura e semplice umiltà. Vivere pensando, contribuire agendo. Togliere un po’ di ego a questo mondo narciso e narcisistico, aggiungere un po’ di francescanesimo a questo mondo capitalistico. Cercare l’amore in un mondo in cui si cerca di rimuoverlo, e il rapporto in un mondo sempre meno umano.

Provare ad andare in controtendenza, a correre controvento, a nuotare controcorrente.
Provare a mettersi a gambe incrociate in un mondo schizofrenico, provare a pensare in un mondo sempre più stupidamente istintivo.
Perché è a questo che noi vogliamo invitarvi.
Invitarvi a essere nudi di apparenze, come la ragazza disegnata da Giulia, e vestiti di nuvole, esattamente come lei.
Perché nuvole, uomo e oceano sono figli della stessa madre: l’acqua, e le sue piccole goccioline. Quelle gocce, piccole e semplici, che sono semplicemente perfette, esattamente come la dimensione – più che il mondo – in cui vi stiamo invitando.
Perché lì l’uomo ha raggiunto il suo apice, e scalato le sue massime vette.
Ed è lì, ne siamo certi, che tutti gli uomini, prima o poi, si ritroveranno.

Bottega di idee

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