Dopo il grande successo dell’intervista di questo mese, torna uno dei punti forti del nostro sito: la rubrica della letteratura, in questo caso osservata dal punto di vista di Valeria, che quest’oggi ci porta “Anima”, di Wajdi Mouawad.
(Il curatore del sito ci tiene a puntualizzare come non fosse possibile trovare un’immagine del singolo animale, e che l’oscuramento dell’editore o del titolo o dell’autore tramite fotomontaggio non avrebbe reso giustizia. Chiedendo venia per un’ipotetica lesione di copyright, il curatore chiede comprensione e spera che venga ben vista questa parentesi non certamente conveniente al sito stesso.)
“ANIMA”, Wajdi Mouawad, 2015
“Felis sylvestris catus carthusianorom. Passer domesticus. Canis lupus familiaris inauratus investigator.”
È così che lo scrittore e artista poliedrico di origine libanese Wajdi Mouawad ci presenta i capitoli del racconto, secondo una catalogazione asettica di animali, discreti ed insoliti osservatori di umani, indagatori imparziali di ogni loro singolo movimento.
C’è un omicidio. Diventano testimoni dell’atto efferato.
Seguono la ricerca disperata del vedovo attraverso le riserve indiane canadesi, dimenticate dall’umanità, sulle tracce di un possibile assassino.
Ma chi è il soggetto osservato? Un umano non umano, che ad un certo punto della propria esistenza è portato ad agire di puro istinto.
Nessun piano di vendetta, solamente il bisogno della conferma di non essere stato lui stesso a procurare la morte atroce alla giovane moglie, bellissima, da lui amata.
Attraverso gli occhi di questi esseri viventi destinati a una condizione di sottomissione e sopravvivenza è percepibile il grado massimo di sofferenza che un essere umano può sopportare, che ci è presentata nei suoi particolari più agghiaccianti, trovandosi faccia a faccia con la sua seconda morte.
Muore la prima volta nella brutalità di un evento rimosso con il quale è impossibile convivere senza cadere nell’oblio. La nuova morte lo coglie all’improvviso, quando cadono i veli che nascondevano la tragedia vissuta.
Ogni atto del protagonista è allora illuminato da una luce diversa e chiarificatrice che lascia il lettore attonito. Lo spettacolo catturato dagli occhi di serpenti, uccelli, ragni, topi, gatti, cavalli, che incrociano la strada del protagonista attraverso paesaggi spietati, sprigiona una forza immensa.
La condizione animale e quella umana sono unite da un legame indissolubile e la brutalità della prima rispecchia la desolazione dell’altra, confondendole davanti ai nostri occhi.
Valeria Delzotti