Ecco a voi l’ultima delle biografie, dove, in attesa delle nuovissime interviste, Bottega di idee continua il sua viaggio con Simone, che qui si racconta. In modo molto, molto, particolare. Grazie, buona lettura.
Il 13 dicembre ’99, in una città post-apocalittica, nacque il salvatore di questo mondo disperato. Incomune uomo fu battezzato con comune nome: Simone. Insieme a lui si plasmò il suo titanico e abominevole ego. Questo piccolo virgulto della sua psiche crebbe in misura e in potenza e, col passare dei giorni acquisì abilità tali da modificare il continuum spazio-temporale e il tessuto della realtà del pargolo. Durante l’infanzia, Simone, entrando in grave dipendenza da quel nettare divino chiamato felicità, ne finì le scorte a lui assegnate al sopraggiungere della pubertà.
Raggiunta una dozzina di cicli di rivoluzione, l’ego di Simone, vomitato dall’animo a coprire ed offuscare la vista, si ritrovò a governare l’organismo. Ne fu scudo, spada ed armatura, schermandolo dal mondo esterno, avvolgendolo in un turbinio di malvagità e perdizione. Attività gradite allo spirito errante dell’adolescente erano trastullarsi nell’ascolto di tenebrosi suoni metallici e disegnare creature orribili, specchio della paura e solitudine. Col passare degli anni, Simone iniziò a risucchiare la sua stessa prigione, assimilandola a sé e fondendosi con essa, creando un magnifico essere, che tornò a mostrarsi al mondo nel suo totale, terrificante splendore. La sua arte esplose, aprì le porte ad una nuova malvagità, che si rese manifesta nella sua rinnovata passione, demoniaca: il meme.
Simone