L’intervista a Sofia

Le interviste continuano, componente dopo componente. Oggi, dopo quelle a Simone e Giulia, Bottega di idee prosegue con l’intervista a Sofia, che tra musica, emozioni e buddismo continua e conclude la presentazione già avviata in una delle biografie più lette del nostro sito.

Come mai hai deciso di entrare a far parte di Bottega di idee?
Quando tu (autore del sito e mio carissimo amico – specifica, ndr) mi ha fatto questa proposta, mi sono molto entusiasmata non tanto perché ciò che avrei scritto sarebbe stato visto da molte persone, cosa che mi interessa poco, ma perché in questo modo avrei potuto avere maggiori stimoli e argomenti per scrivere di più e meglio. Come la maggior parte dei bambini ho avuto vari diari segreti in cui mi confidavo: iniziato il liceo, ho cominciato a scrivere di più, mantenendo però uno stile abbastanza infantile. Con il passare degli anni ho modificato il mio stile, avendo però sempre meno tempo per scrivere, a causa degli impegni scolastici, fino ad arrivare a farlo solo in pochissimi casi, principalmente nei periodi in cui stavo male. Entrando a far parte di questo sito, invece, ho un’occasione per scrivere, un motivo più concreto per farlo e delle scadenze che non vedo come negative, ma che mi invogliano a fare una delle cose che più mi piacciono.

Hai scritto che ti senti incompresa: la scrittura può aiutarti a superare questo stadio? Se sì, come?
Apprezzo la solitudine e scrivere mi permette appunto questo, di stare da sola con me stessa. Non vedo questo hobby come un superamento della mia sensazione di incomprensione ma, come la maggior parte delle persone, sento che ciò mi permette di sfogarmi. Non solo: riesco anche mettere in ordine i miei pensieri, a trovare un filo logico. È un dialogo con me stessa attraverso il quale ragiono molto  finché non arrivo a una conclusione che mi possa soddisfare. Quando ho bisogno di sfogarmi e di essere ascoltata, difficilmente mi affido alle persone, spesso preferisco carta e penna, preferisco rappresentare le mie emozioni con parole, scrivere riguardo ai miei sentimenti e dare la sfumatura che preferisco. Inoltre, scrivendo, ho la possibilità di fissare certi miei pensieri che rappresentano fasi della mia vita, e ciò che più amo è tornare a rileggere quello che avevo scritto in passato e riportare alla memoria momenti particolari.

In che modo la tua fede buddista ti aiuta nel quotidiano?
Ho incontrato il buddismo in una fase cruciale della vita dell’essere umano, l’adolescenza, momento in cui ti ritrovi in mezzo ai problemi e non sai come “venirne fuori”. Il buddismo mi aiuta nell’affrontare i problemi con la giusta mentalità, ma soprattutto a vedere gli ostacoli non come impedimenti ma come occasione di crescita, concetto che mi ha cambiato la vita nel momento in cui l’ho compreso appieno. Mi aiuta ad essere positiva e a trovare il giusto equilibrio in tutto, nella mia vita e nei miei pensieri. Mi fa vedere la realtà così com’è, non offuscata dagli istinti umani. E, cosa più importante di tutte, mi permette di trovare la felicità ogni giorno.

Avrà sicuramente colpito i nostri lettori il tuo eclettismo musicale. Ma, più specificamente, cos’è, per te, la musica?
Paradossalmente, la musica non ha significato particolare nella mia vita: ho scoperto il rap e ascolto questo genere maggiormente, ma ascolto anche la musica che passa quotidianamente in radio o quella che mettono in discoteca; ascolto il rap di Kaos o dei Sangue Misto come ascolto quello della new school – non sono certo una purista – , così come ascolto anche Kendrick Lamar. Ascolto un po’ di tutto. Quando devo studiare invece mi aiuta molto la musica classica.

Nella tua rubrica più che in tutte le altre assumono grande importanza le emozioni. Credi che una rivalutazione delle emozioni possa aiutare in questo mondo apatico?
Non tanto una rivalutazione, quanto capire meglio come gestire le emozioni e dare ad ognuna il giusto peso e non lasciare che prenda il sopravvento sulle altre. Penso che ogni emozione abbia il suo spazio e il suo tempo: fa parte di noi e quindi non dobbiamo reprimerla, ma accettarla e capire perché la stiamo provando, e se è negativa provare a trasformarla in qualcosa di positivo. Che ogni emozione abbia il suo tempo per me significa soffrire quando c’è da soffrire  e gioire quando c’è da gioire. Anche piangere aiuta molto, ma non si deve continuare a farlo: ogni cosa ha il suo tempo e basta avere pazienza perché le cose cambino.

Cosa ti auguri per il tuo futuro?
Vorrei riuscire a scrivere di più e a migliorare il mio linguaggio, e, per chiudere con un gioco di parole, vorrei trovare più tempo per farlo e renderlo molto più che un passatempo.

Bottega di idee

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