E’ Natale, tempo di regali. Il regalo di Bottega di idee, per quest’anno, è Mariana, l’ultima scrittrice – ma solo in senso temporale – aggiunta al nostro arco. Ma ogni buon regalo ha anche un bel pacchetto che lo contiene, e che lo presenta. E se il regalo è Mariana (e le sue riflessioni), il pacchetto è l’Amore, in tutte le sue declinazioni. Oggi Mariana presenta sé e la sua rubrica, avviando un viaggio – il viaggio verso l’Amore – che culminerà nell’articolo del 31 dicembre, dal titolo “Inno all’Amore”. Un viaggio meraviglioso dentro un sentimento meraviglioso. Un viaggio che inizia oggi e che vi porterà in un’altra dimensione. Solo voi e le parole. Solo voi e la scrittura. Insieme, in viaggio. In viaggio verso l’Amore.
Forse non sarei dovuta nascere. Tutto quel fatidico 20 aprile lasciava posto alla morte, dalle nuvole che grigie e pesanti torreggiavano nel cielo cinereo, a mia madre in una stanza d’ospedale che stava male quanto non le era mai capitato prima di quel momento. Eppure, eccomi qua. Viva. Nel corso della mia breve e alla fine anche inutile vita ho cambiato quattro scuole, ho comprato e non sempre letto 679 libri, ho avuto quattro cani, cinque gatti e nove pesciolini rossi. Tuttavia, e non lo dico con presunzione, la parte più interessate e paradossalmente quella che tengo ben nascosta dietro ad una patina di falso menefreghismo e pessimismo da quattro soldi, sono le parole. Parole che scelsi come compagne predilette in tenera età, per non abbandonarle mai. Certo, alcuni periodi bui, com’è inevitabile, ci sono stati, ma loro erano sempre lì, celate per bene da qualche parte dentro di me, e ogni volta che tornavo sui miei passi, le ritrovavo esattamente come le avevo lasciate: un caldo color arancio.
Arancio come il pomeriggio di quel maledetto sette di maggio di un anno non troppo lontano in cui decisi che da quel momento in poi avrei scritto in modo serio, costasse quel che costasse e senza compromessi, neppure o forse soprattutto con me stessa. In un primo momento, vittima di un sistema che ricerca la bellezza artificiosa a discapito del profondo, mi dissi che per scrivere serviva una di quelle penne stilografiche che scivolano piano su un foglio di carta di riso, proprio di quel tipo che in Italia non si trova facilmente. Molti fogli di carta di riso dopo, mi resi conto della loro completa inutilità, di quanto la ricerca di un’esteriorità mi avesse frenato. La scrittura autentica è quella che -finalmente e con che fatica!- la mente partorisce con cautela, come se avesse paura a lasciarla andare in un mondo che, molto probabilmente, ahimè, non la capirà. Eh sì, non la capirà perché raggiungere quanto di profondo ha l’uomo richiede un enorme sforzo, perché se il risultato ultimo è un tripudio di colori, il percorso per arrivarci è verde marcio, per di più costellato da ostacoli da superare, da presenze oscure che sbarrano la strada all’improvviso. Non tutti noi siamo disposti,a ragione, ad affrontare un simile viaggio. Io, con l’ingenuità arguta di una bambina di appena sette anni, lo intrapresi da sola, senza avere un Virgilio a guidarmi. Oh, quanto avrei voluto qualcuno che mi indicasse la giusta via quando tutto intorno a me era soltanto una densa nebbia. Quanti travagli mi sarei risparmiata! Posso solo immaginare quanto sarei vicina alla mia Itaca, se solo non avessi indugiato per vie secondarie, ombrose ma piene di vita, di fuoco. Tuttavia, il mio costante vagabondaggio mi ha dato l’occasione di assaporare dolci momenti in luoghi di straordinaria bellezza, conducendomi nella delicata brughiera inglese, nelle dense foreste tedesche, nel duro inverno ungherese e nella Cordova dai bei colori, ma anche nelle pagine di qualche giornalino scolastico, nella classe di qualche sventurato articolista, nella cassetta della posta di una certa professoressa che mi insegnò così tanto e talmente bene da aggiudicarsi l’oneroso titolo di madre spirituale, e perfino a Roma, dove con un corpo stanco dai mesi di stressanti ritmi incessanti, ho ritrovato subito le forze nel preciso istante in cui ho visto la mia vecchia zia ridere di gusto al Colosseo; rise come non l’avevo mai vista e il cuore mi si strinse un poco.
Ora il mio viaggio mi ha portato qui, su questo sito, il cui nome non potrebbe essere più poetico e affine alla mia concezione non solo della scrittura, ma della conoscenza in generale: una Bottega di Idee, alcune meravigliose per il loro profumo inebriante, altre per la loro forma unica, altre ancora per la luce che emanano, alcune invece per i loro colori sgargianti. Ecco, le mie cadono proprio in quest’ultimo gruppo: sotto i colori della bandiera LGBTQI+, vi condurrò con me in questo viaggio alla scoperta di questa comunità che nel corso della Storia ne ha passate tante, rimanendo nell’ombra per la maggior parte del tempo, e che soltanto negli ultimi decenni ha avuto la possibilità di venire allo scoperto, ben sapendo che la maggior parte delle persone non la comprenderà appieno, ma con la consapevolezza che esiste un gruppo di persone, fortunatamente in continua espansione, che piano piano si avvia alla strada della comprensione.
Un po’ come me, un po’ come la scrittura.
E da dove cominciare se non dall’inno all’Amore? Amore come un mosaico dalle tessere infinite e infinitamente grandi, amore senza distinzioni, senza confini, senza determinazioni.
Solo Amore.
Un po’ come me, un po’ come la scrittura.
Mariana