Come già lo definimmo nell’introduzione a un suo recente articolo, Michele è “acuto vignettista e profondo pensatore.” In questo testo, riprendendo l’avvio del suo primo articolo, il nostro vignettista chiude il cerchio. Un cerchio pieno di giocattoli, libri e tanta, tanta, arte. Un cerchio che speriamo vi avvolga e vi coinvolga. Un cerchio che, qui di seguito, vi invitiamo a scoprire. Grazie, buona lettura.
Michele Mazzoleni
Nato il 16 aprile 1998
Mai morto, fino ad ora.
Tra i documenti fotografici della sua infanzia se ne ritrovano pochissimi che lo ritraggono sorridente, il più delle volte la sua espressione è truce e “oscura”, senza un motivo valido. I suoi giocattoli preferiti sono soldatini e cavalieri, con cui inscenare le battaglie storiche o quelle di film e/o videogiochi (Age Of Empires II gli insegna più di un manuale di storia medioevale), creando monologhi e dialoghi che recita senza interlocutore, iniziando a parlare da solo in moltissime occasioni, abitudine mai più dismessa.
Crescendo sviluppa un rapporto sempre peggiore con le persone che ha intorno, forse per via delle loro debolezze e finzioni, che riconosce sempre più simili alle sue, dimostrandogli la falsità della perfezione degli altri, la fragilità della loro felicità dissimulata tanto quanto la sua. Dall’emulazione che sperava lo portasse ad essere più simile alle creature sorridenti e vivaci che lo circondano passa ad un rifiuto insofferente del un mare di emozioni posticce in cui navigano discoteche e ritrovi abituali della Morbegno giovane. Spesso trova rifugio nella solitudine, anche se questa lo porta inevitabilmente ad un incontro con un sé più forte e determinato, ma dall’ego smisurato, che comincerà a rappresentare come un lupo per via della sua adorazione per questo animale feroce ma capace di sopravvivere contando sulle proprie forze.
Forse questa condizione lo spinge così ardentemente verso Bottega Di Idee, un luogo virtuale in cui gli schermi e gli avatar degli autori lasciano spazio alle persone reali. Una persona più vera in un mondo virtuale contrapposta ad una persona virtuale in un mondo reale.
Altre passioni che sicuramente hanno plasmato quest’essere in continuo bilico tra realtà nascosta e realtà recitata sono il cinema, il teatro e la lettura.
Lettura di romanzi (classici, fantasy… un po’ di tutto), testi teatrali (amore quasi incondizionato per l’Othello e l’Amleto di Shakespeare ma anche verso Novecento di Baricco), trattati di filosofi e, a volte, di psicologi e psicanalisti, poesie (Verlaine-Baudelaire-Rimbaud, Bukowski…) e, naturalmente, fumetti.
Fin da piccolo ne divora moltissimi, per lo più umoristici come Lupo Alberto, Cattivik, Sturmtruppen (sì, pure Topolino) ma anche seri come Tex Willer, Diabolik (che comincerà però a detestare) e Dylan Dog.
Quest’ultimo rafforza in particolare la sua passione per tutto ciò che riguarda magia, alchimia, mito e leggenda nata in contemporanea con il suo primo neurone. Scopre Zerocalcare da adolescente ma al primo “incontro” non rimane colpito più di tanto da quella che poi diventerà una delle pietre di fondamento del suo hobby di disegnatore (amatoriale eh). Lo riscoprirà solo più tardi, diventandone un grande fan, insieme a Capitan Artiglio (più grande disegnatore di dinosauri del globo terracqueo) e a Torti Marci (personaggio dalla leggendaria insofferenza) e iniziando a costruire personaggi e vignette. Da allora cerca di trovare uno stile di disegno personale, che si adatti al suo umorismo molto spesso “nero” o di pessimo gusto, distanziandosi da quello dei tre autori sopra citati dai quali ha attinto probabilmente più del lecito, soprattutto vista la mancanza di un avvocato di fiducia.
Che poi sarebbe una cosa tutta da ridere, “citato per citazione”… Qualcuno dovrebbe farci un fumetto…
Ecco, appunto.
Michele