Continuiamo la rubrica di sentenze con una nuova citazione di Schopenhauer. Partendo dalla conclusione a cui era giunto nel precedente articolo, Federico prosegue la sua riflessione sulla vita, sottolineando la differenza tra chi vive animalescamente e chi, invece, vive con saggezza. Buona lettura!
Il talento è come un tiratore, il quale colpisce un bersaglio che gli altri non sanno cogliere, mentre il genio è come un tiratore, il quale colpisce un bersaglio che gli altri nemmeno riescono a vedere. – A. Schopenhauer
- Se la vita è un incubo, la filosofia ne è il suo sollievo.
- Accettare che felicità implica rinuncia è come capire che l’acqua non scorrerà per sempre. Tanto eroico quanto necessario.
- Amare la vita non significa goderne: anche perché, naturalmente, dove c’è amore, non c’è godimento.
- Oggi, i buffoni, cioè le masse, cianciano di godere l’attimo. Di vivere davvero. Senza capire né l’attimo né la vita, godendo animalescamente. I saggi, invece, scrivono. Scrivono storie graffianti, perché la vita non fa altro che ferire.
- Ma il perder sangue, beninteso, non è morte. È l’accettare il profondo significato della vita. Ed è solo ripulendo con amore quel sangue perduto che si può accettare il vero senso dell’esistenza.
- Mascherare le sofferenze a forza di risate è come cercare un granello di sabbia nell’aria: non solo impossibile, ma anche stupido.
- Gl’uomini parlano, gli stolti cianciano, i saggi respirano.
- Concentrarsi sul respiro, ritirarsi nel silenzio, fermarsi sull’istante: l’unica soluzione, in questo modo schizofrenico, è la calma.
- Gli occhi semichiusi, una luce lieve, le gambe incrociate, qualche pagina sgualcita davanti a sè: eccola, presentarsi a noi, la pace.
- Chi legge, è dinamico. Chi non legge, rimane statico. E la vita è continuo mutamento.
Federico