Libertà

Giovanni Battista Montini

Nell’agosto del 1926, durante il XVII Congresso Nazionale della Fuci a Macerata, un gruppo di fascisti assalì i fucini. Benedetta immagina l’incontro tra uno di questi ragazzi e Don Battista, autore del testo Coscienza Universitaria e assistente Fuci dal 1925, successivamente salito soglio pontificio col nome di Paolo VI e che verrà santificato il 14 ottobre 2018.

È buio. E forse proprio per questo il clima è così gradevole.                                                       Mi siedo appoggiando la schiena alla porta. La luna è alta nel cielo, ma la sua sagoma è lievemente nascosta da una nuvola perlacea. Mi porto una mano alla fronte e premo le dita appena sopra il sopracciglio sinistro. Sento una fitta alla testa. Velocemente ritraggo la mano.
“Chi c’è?”
Sento dei passi. Il battito del mio cuore si fa più veloce. Mi alzo velocemente in piedi, quasi fremendo, pronto a scappare.
Mi dico di respirare, di stare calmo. Chiudo gli occhi.
“Non riuscivi a dormire?”
Li riapro. Scuoto il capo. Inspiro, ancora incomprensibilmente agitato. “Avrei volentieri evitato tutto questo”, dico roteandomi l’indice davanti al volto, come per indicare tutti i lividi e i graffi.
Don Battista tira le labbra in un sorriso amaro. “Penso che tutti lo avrebbero evitato volentieri.” Si mette a sedere accanto a me e resta in silenzio. “Avete mostrato un meraviglioso contegno. Non siete stati come loro, non avete risposto a tutta quella violenza gratuita.”
Faccio per sorridere, ma il taglio al labbro mi ferma. Mi sento montare dentro tanta rabbia che non saprei nemmeno come esprimerla, e di questo mi vergogno un po’. So che Don Battista probabilmente è arrabbiato quanto me, che anche lui freme al pensiero che quegli uomini si siano sentiti in diritto di prenderci a bastonate, eppure sembra così tranquillo. “Eppure non mi avrebbe fatto dispiacere sapere che anche loro avevano un occhio nero o due”, commento.
Cala il silenzio. Guardo ancora il cielo trapuntato di stelle. “Sa, sto pensando molto ultimamente”, inizio a parlare. “Pensavo che questo primo anno di Università mi avrebbe cambiato. Pensavo che avrei scoperto me stesso e che avrei finalmente capito come essere padrone di me. Invece non è cambiato molto. Ho sempre molte aspirazioni e nulla a cui aspirare davvero.”
“A cosa ti porterebbero, queste aspirazioni?”
“A fare qualcosa di importante. A essere qualcuno di importante. Ma mi sembra tutto molto assurdo, un discorso da ragazzini del liceo.” Sbadiglio. Sento il sonno premermi sulle palpebre. “Ora che sono all’Università, dovrei pensare in modo diverso.”
“Non devi pensare in modo diverso, lo puoi fare.” Mi giro verso Don Battista, un po’ incuriosito. “Vedi, all’Università hai due possibilità, che sono come due poli: da un lato si ha uno studio condizionato dall’autorità soverchiante dei docenti, dall’altra uno studio libero. Devi fare di quest’ultimo il tuo punto di arrivo, nella consapevolezza che si tratta anche di una responsabilità.”
“Una responsabilità…”, ripeto, le parole del Don che ancora mi turbinano nella mente. “E come mi preparo a una simile responsabilità? Come faccio a pensare in modo libero, se devo solo imparare nozioni su nozioni?”, ribatto.
Scuote leggermente il capo. “Stai affrontando questo cammino nel modo sbagliato.” Mi sporgo un po’ verso di lui per non farmi sfuggire nemmeno una sillaba di quello che sta per dirmi. “Le nozioni di per sé sono sterili, e tutto questo illuminismo pretenzioso è sconsolante. Ma se sei qui, non è per raccogliere altre nozioni, per sentirti imporre dall’alto l’ennesimo concetto vuoto. È per il tuo spirito. Perché il suo arricchimento è ciò che ti può aiutare a compiere un passo in più verso una laboriosa autodeterminazione che è la tua libertà di studente.”
“E come posso raggiungere questa libertà?”
“Devi essere fedele e attento, ma non a occhi chiusi!” Un sorriso spontaneo mi affiora sulle labbra, e quasi mi dimentico del dolore del taglio. “Non devi mai essere un inerte ripetitore, non farti mai prendere dall’entusiasmo delle dottrine non tue. Devi essere causa di te stesso, perché solo allora sarai libero.”

Benedetta

Note storiche:

La Federazione Universitaria Cattolica Italiana (FUCI), nata nel 1896, riveste da più di 120 un ruolo fondamentale nella formazione universitaria, politica e civile dei giovani cattolici. Associazione apartitica, subì una forte repressione in epoca fascista. Ebbe comunque un ruolo importante nella formazione di molti dei politici della Democrazia Cristiana, tra cui Aldo Moro e Giulio Andreotti.

Giovanni Battista Montini fu assistente della FUCI dal 1925 al 1933. Coscienza Universitaria, raccolta di articoli tratti dalla rivista Studium e rivolti agli universitari pubblicata nel 1930, è ancora un punto di riferimento per molti studenti cattolici. Montini salì al soglio pontificio nel 1963, prendendo il nome di Paolo VI. Oggi, 14 ottobre 2018, in seguito al riconoscimento di un miracolo attribuito alla sua intercessione nella guarigione di un feto al quinto mese di gravidanza nel 2014, Paolo VI viene canonizzato.

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