Poesia e commento basati sull’opera di Irene Brambilla per il progetto di un libro illustrato, La favola della speranza, basato sulla favola La malattia di vivere di Cleonice Parisi.
Storia di una Falena spaventata dalla Luna piena e di come lasciarsi aiutare per vedere le proprie ali può cambiare tutto (anche il proprio nome).
Falena,
questo il tuo nome.
Creatura notturna, polvere della sera,
ad un’esistenza di tenebra costretta.
Pesanti lettere, segno della tua condanna.
In odio hai il ciclico simbolo del tuo eterno esilio:
la Luna, tua distante padrona.
Quando il suo scintillio a sé chiama
le sue guardiane alate,
tu ti nascondi,
chiudi gli occhi e sogni:
la vasta plumbea distesa, che tutto ingoia e uniforma,
ai tuoi occhi svelata mentre dispiega
verdi prati, occhi accesi, calici colorati,
le meccaniche luci della notte
spente dal rombo di tuono del fuoco solare.
Ma
se solo prestassi attenzione,
se togliessi le mani tremanti dai tuoi piccoli occhi,
capiresti che quel materno astro lontano
non cerca di trarti in inganno:
ti chiama
non per condannarti, ma per svelarti la strada.
Inconsapevole dai le spalle a colei in cui risiede la coscienza di te.
Rifiuti il tuo io prescritto, e fuggi da chi esso afferma e insieme nega.
Ma
quando tu, tentata o coraggiosa,
volgerai a lei il tuo piccolo viso di falena,
la madre stellare sarà specchio fatale.
Amica e guida ti mostrerà il colore,
il segno identitario sempre a te vicino e nascosto.
L’ala turchina svelerà ciò che nel cuore da tempo sapevi: Farfalla, non falena!
Quale tremendo, natale, errore!
E allora sarà per te luce e frutto, sfumatura, fiore.
Ora libera di rientrare in un nuovo confine,
indossi il nuovo guanto, il nuovo nome,
come dama nel ballo celeste.
Ciò che serve a volte
è uno sguardo straniero che riveli
il tesoro che da tempo ci trasciniamo sulle spalle.
Un promemoria d’amore,
per chi s’è scordato di avere con sé tutto il necessario –
l’armamentario,
per volare leggeri –
uscire dalle tenebre e affrontare
lo slancio vitale, il peso della luce.
Magico potere
tra le scapole occultato,
dalla Luna, svelato.
Una minuscola falena, o così chiamata, si nasconde dalla Luna: non vuole accettare ciò che questo nome porta con sé, la condanna all’oscurità, non vuole cedere alla tentazione di seguirla come le altre creature. Il vero intento della Luna è però altro: vuole mostrarle le sue ali, ali piene di colore, il segno tangibile della sua differente identità:
farfalla, non falena!
Abbiamo in noi tutti gli ingredienti per essere le persone che desideriamo, le forze per cambiare ed evolvere. Spesso però s’impigrisce: è più comodo non farlo, quel salto e cambiamento. Fa paura e molte volte tutto intorno a noi sembra dirci che il nostro destino è ormai quello. In questi momenti, trovando una nostra personale “Luna” (amico, estraneo o voce interiore), una forza differente, che racconti di noi una storia diverso, riprendiamo la coscienza di tutte quelle potenzialità lasciate in un angolo. Possiamo così riacquistare consapevolezza ed abitare nuovi spazi, muoverci nella luce, incontrare nuove difficoltà e vagare ancora.
Con il nostro nuovo paio di ali.
Teresa