Recensione del libro D’amore e ombra di Isabel Allende basata sulla rielaborazione personale di Valeria dell’opera Uguaglianze e differenze di Arianna Romeri
Contrari ma complementari
Questa è la storia di una donna e di un uomo che si amarono in pienezza, evitando così un’esistenza banale. L’ho serbata nella memoria affinché il tempo non la sciupasse ed è solo ora, nelle notti silenziose di questo luogo, che posso infine raccontarla. Lo farò per quell’uomo e quella donna che mi confidarono le loro vite dicendo: prendi, scrivi, affinché non lo cancelli il vento. – Isabel Allende
In Cile, durante il periodo della dittatura instaurata dal golpe di Pinochet, si intrecciano le storie di due giovani alla ricerca della verità.
Irene Béltran: giovane donna libera nello spirito, intrappolata in un acquario di finzione, barriera deformante che trasforma rumori assordanti in suoni ovattati, forme spigolose in angoli smussati. Barriera destinata a essere sfondata, con il tempo, dalla sua indole volitiva e tenace.
Preservata dai genitori in un palazzo signorile fuori dalla vista di inutili sofferenze, queste riescono comunque a infiltrarsi nel ricovero per anziani allestito dalla madre, dove il tempo sembra essersi fermato in un’eterna rassegnazione. Qui Irene si muove con sicurezza e quotidianamente porta una ventata di freschezza giovanile cercando di alleviare la malinconia dipinta sui volti decrepiti dei vecchi illusi.
Preservata dai genitori in un palazzo signorile fuori dalla vista di inutili sofferenze, queste riescono comunque a infiltrarsi nel ricovero per anziani allestito dalla madre, dove il tempo sembra essersi fermato in un’eterna rassegnazione. Qui Irene si muove con sicurezza e quotidianamente porta una ventata di freschezza giovanile cercando di alleviare la malinconia dipinta sui volti decrepiti dei vecchi illusi.
La sua vocazione da giornalista è vista come un impedimento dalla madre Beatriz che le ha già progettato un futuro roseo, in sposa a un esemplare soldato dell’esercito, Gustavo Morante. Ma Irene è come un martin pescatore, dallo scheletro fragile e la figura eterea, che scende in picchiata verso un abisso di acqua torbida, in cui non sa cosa troverà, né come ne uscirà.
Francisco Leal: fa onore al suo nome. Figlio, amante e uomo leale, dal forte senso di responsabilità e di giustizia. Educato dal padre anarchico a valori anti-militaristi, distante tuttavia dalla politica come ideale, incanala la sua passione nella letteratura e nella psicologia, che però non lo aiutano a guadagnarsi da vivere. In una situazione di miseria che colpisce la sua famiglia, inizia a lavorare come fotografo nella stessa casa editrice per cui lavora Irene.
Nel suo lavoro cercherà di emergere come un pesce dall’acqua in superficie, consapevole degli orrori della dittatura, per portare alla luce una verità seppellita dalle coscienze.
Nel suo lavoro cercherà di emergere come un pesce dall’acqua in superficie, consapevole degli orrori della dittatura, per portare alla luce una verità seppellita dalle coscienze.
I caratteri dei due, impulsivo ed emotivo quello di Irene, più controllato e razionale invece quello di Francisco, sono opposti e complementari: combaciano in un unione perfetta come mare e cielo. Essi, all’inizio della loro conoscenza e apprezzamento reciproco, vengono attratti da un fenomeno misterioso che fa parlare l’intero paese: una ragazza di famiglia contadina, di nome Evengelina, è in preda a periodici stati di trance che raccolgono intorno a lei una piccola folla di devoti e di curiosi. Alla ricerca di materiale interessante a livello giornalistico, decidono di andare a trovare la famiglia a casa, dove sono testimoni involontari dell’intervento di un gruppo di militari che pretendono di ricondurre alla ragione la ragazza dai poteri miracolosi. A causa della reazione inaspettata di Evangelina, la vicenda prende una svolta drammatica quando di lì a poco viene sequestrata dalle forze di polizia. Passa del tempo e viene data per scomparsa.
Francisco e Irene si mettono alla sua ricerca mossi da un forte senso di giustizia, passando dai commissariati alle carceri, dalla morgue ai campi di concentramento, mettendo così a repentaglio la propria vita per difendere il popolo cileno dai continui abusi da parte delle Forze Armate, giustificati dalla difesa della patria e dal mantenimento di sicurezza Paese.
I due giovani si scontrano con una società perbenista e ipocrita, rappresentata dalla madre di Irene. Essa nutre convinzioni che non hanno riscontri nella realtà, come l’idea che il Paese sia in pace sotto il regime militare; crea piani per il futuro della figlia ed è fortemente infastidita dal vederli vanificati a causa del suo lavoro pericoloso, dell’amicizia con il fotografo squattrinato e del modo stravagante di agghindarsi come una zingara, non lasciando trapelare alcun segno della propria distinzione sociale.
Irene si risveglia a una consapevolezza fino a prima ignorata, sulle atrocità commesse dall’esercito, idealizzato dall’alta società.
Il legame fra lei e Francisco si rafforza di giorno in giorno, scontrandosi con la dura realtà di sofferenze e paura, fino alla sua trasformazione da una profonda amicizia a un amore pieno e radicato che si oppone all’odio imposto dalla dittatura.
Insieme superano le iniziali resistenze a voler andare a fondo per scoprire tutta la verità, esponendo le proprie vite al pericolo con lo stesso coraggio con cui imparano ad amarsi.
Valeria Delzotti