Poesia e commento di Teresa sull’opera di Irene Brambilla, per la sua collezione Art Magik 2018
Storia di un Lupo e dell’Uomo, di come in ciascuno risieda la possibilità di un fiore e la complessità della radice, di come la comprensione sia utopica e l’amore necessario.
Stanno aggrappate alla terra,
a lei eternamente strette.
Nutrite dai corpi passati,
dal brulichio quotidiano
d’esoscheletri e antenne.
Si spingono verso l’alto,
lenta forza.
Affondano nella tenera carne,
con lei crescendo.
Aggrovigliate fautrici d’un labirinto
che è identità e vita.
Inevitabile un Fiore,
quando la terra è curata,
l’erbaccia raccolta.
Piccola gemma dalla preziosità occulta,
incastonata tra grovigli di carne e d’arbusto.
In questa vorticosa evoluzione,
dall’interno plasmato il corpo si fa strada.
Artigli, occhi, voce.
Si fermano gli occhi al semplice manto,
invalicabili i suoi confini.
I lupi vicini s’annusano,
le altrui oscurità immaginando,
sentendone il remoto profumo
ricordano la comune natura.
Se solo fosse concessa una visione d’insieme
un taglio trasversale, viscerale,
che mostrasse cuore e radice.
Invece, le radici profonde stanno dormienti,
solo i volti tocca la Luna.
Ad essa si volgono le creature
ululando al destino
la gioia dei petali nati,
il dolore del loro marcire,
il tormento dell’interiorità celata.
Non si può che amare.
Passato, esperienza presente, corpo, sono elementi che si fondono in un articolato meccanismo d’ecologia individuale. Come risultato la complessità dell’io viene rappresentata nell’immagine e nella poesia: le radici ancorate al terreno entrano a far parte e nutrono l’Essere.
L’inevitabilità della fioritura si ha quando tutti questi elementi si combinano armoniosamente.
L’immagine del corpo come mera copertura di questa immensa complessità vuole essere un monito: per ricordare e ricercare la complessità labirintica che si nasconde tanto in noi stessi quanto in chiunque noi incontriamo.
Nutrendo curiosità e mistero, ci scontriamo con un ostacolo invalicabile: non possiamo conoscere le profondità, averne un quadro completo.
Non c’è via d’uscita a questa realtà, se non l’accettazione, l’incanto, l’ascolto.
Non si può che amare di fronte a questo.
Teresa
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Del resto, con un’opera del genere 🙂
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