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Paralisi – Stella Cantelmi

Non riesco a chiudere gli occhi sul mondo –
sono trafitti da un vuoto infinito
una fredda oscurità senza fondo
attaccata al mio maglione sdrucito.
Ho vissuto anni in un solo secondo
chiedendo quando sarebbe finito
il rumore dei treni in sottofondo
non mi è arrivato – non oltre l’udito.
Dieci centimetri sono l’abisso
in cui piangendo continuo a cadere
senza capire che cosa abbia visto
E mentre i giorni diventano sere
immobile, tengo lo sguardo fisso
su tutto ciò che non posso vedere.
Mani tese – Stella Cantelmi

Ossa in frantumi fra i tumuli
è rimasta la cartilagine
schegge biancastre e tracce di midollo
tenute insieme da pelle eburnea
immerse nella cenere –
corpi ancorati ai cimiteri
annegati nel terriccio.
Decomporsi è un’agonia quando si è vivi.
Vetro sottile negli occhi
su polsi scomposti e fragili
siamo marionette dai fili spezzati
abbandonate sull’asfalto.
(senza titolo) – Mótsögn

Semenza
Inghiotte
Speranza;
Fagocita
E mi fotte
La vita.