Leggerezza – Stella Cantelmi

È da lungo tempo che cerco un luogo
mangiato dal silenzio.
L’assenza di rumore in cui affogo
riecheggia come fosse eco su muri
strozzati da un incendio
che ha reso candidi marmi scuri.
Cerco un luogo dal silenzio gentile
intessuto di stelle
in una costellazione sottile;
dove volteggiano fiocchi di neve
(ricami sulla pelle)
guidati da un refolo d’aria lieve.
Una distesa ondeggiante di verde
sfiorata dalla pioggia
in cui il suono delle grida si perde;
non ci sono muri alzati in difesa:
una nave si appoggia
beccheggiando sull’alta acqua distesa.
Se l’assenza di rumore è assordante
il silenzio riposa
una mente che ragiona incessante;
l’ho trovato – delle lacrime calde
una sera piovosa
una coperta, delle braccia salde.
Fragile – Stella Cantelmi

La neve scende – gentile, inconsapevole;
una coltre tiene lontana la mente
costringe il mondo alla quiete.
I fiocchi mi risparmiano ogni sofferenza
(fuorché quella generata dall’assenza di dolore)
Non sopporto tanta delicatezza.
Plectere – Mótsögn

Abbracci tentacolari
Respiri sincronizzati e
Calore sulla pelle.
Quel dolce far niente
Che si poetizza di complicità.