La modernità della commedia
“Non dubitate, che dopo i timori, dopo gli affanni, riescono più graditi gli amorosi contenti.”
Lo sanno bene i protagonisti di Arlecchino servitore di due padroni, opera goldoniana rivisitata da Strehler nel 1947 e in replica al Piccolo Grassi fino al 9 giugno.
In questa squisita commedia, Arlecchino (Enrico Bonavera, degno successore di Ferruccio Soleri), ingolosito all’idea di poter guadagnare e quindi mangiare il doppio, decide di servire contemporaneamente – e all’insaputa l’uno dell’altro – due padroni diversi. La sua inaffidabilità e disorganizzazione lo portano a commettere diversi errori, a cui cerca di porre rimedio con innumerevoli bugie bianche. E così, tra un salto e una capriola, sia l’amore tra Beatrice e Florindo sia quello tra Clarice e Silvio è costantemente ostacolato da incomprensioni e fraintendimenti. Ma, come in ogni degna commedia, tutto è destinato a risolversi senza troppe tragedie e in grasse risate.
I costumi sontuosi e colorati, le maschere e le parrucche arricchiscono la rappresentazione e rendono chiaramente distinguibili i personaggi, tra cui Pantalone (vestito di rosso), il Dottor Lombardi (forse meglio noto come Balanzon) e Brighella. La scenografia è indicata da tre fondali dipinti, che gli attori cambiano vorticosamente tra una scena e l’altra, a volte accompagnati da una canzone. Inoltre, gli atti sono intervallati da interventi metateatrali del suggeritore e degli altri personaggi, che per tutta la durata dello spettacolo siede a lato della scena, vicino alle sue amate e “necessarie” candeline.
Ma cosa rende così godibile questo spettacolo dalla notevole durata di tre ore? Semplicemente la modernità con cui il soggetto è trattato. Perché è impensabile vivere il teatro come un’entità completamente slegata dalla società contemporanea. E per questo, come più volte esclama Pantalone: più moderno!
Piccolo Teatro Grassi
dal 23 maggio al 9 giugno 2019
Arlecchino servitore di due padroni
di Carlo Goldoni, regia Giorgio Strehler
messa in scena Ferruccio Soleri, con la collaborazione di Stefano de Luca
scene Ezio Frigerio, costumi Franca Squarciapino
luci Gerardo Modica, musiche Fiorenzo Carpi
movimenti mimici Marise Flach, scenografa collaboratrice Leila Fteita
maschere Amleto e Donato Sartori
personaggi e interpreti
Pantalone de’ Bisognosi Giorgio Bongiovanni
Clarice, sua figlia Annamaria Rossano
il Dottor Lombardi Tommaso Minniti
Silvio, di lui figliolo Stefano Onofri
Beatrice, torinese in abito da uomo sotto il nome di Federico Rasponi Giorgia Senesi
Florindo Aretusi, di lei amante Sergio Leone
Brighella, locandiere Stefano Guizzi
Smeraldina, cameriera di Clarice Alessandra Gigli
Arlecchino, servitore di Beatrice, poi di Florindo Enrico Bonavera
un cameriere della locanda, un facchino Francesco Cordella
camerieri Davide Gasparro e Lucia Marinsalta/Ugo Fiore (dal 23 al 27 maggio 2019)
il suggeritore Fabrizio Martorelli
suonatori Gianni Bobbio, Leonardo Cipriani, Francesco Mazzoleni, Celio Regoli, Matteo Fagiani
produzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa
Benedetta
Rispondi