Nell’articolo di oggi, Sophie ci presenta una delle città più belle del pianeta, parlandoci di come Parigi l’abbia colpita profondamente e aggiungendo la bandierina della Francia a tutti i Paesi toccati in questi nostri racconti dal mondo.
Parigi è come un oceano. Gettateci una sonda e non ne conoscerete mai la profondità. Provatevi a percorrerlo, a descriverlo: per quanto sia grande la cura che mettereste nel percorrerlo, nel descriverlo, per quanto siano numerosi e interessanti gli esploratori di questo mare, vi si ritroverà sempre un luogo vergine, un antro sconosciuto, fiori, perle, mostri; qualcosa d’inaudito, insomma, dimenticato dai subacquei visitatori letterari. — Honoré de Balzac
Il mio viaggio inizia così, nel momento in cui leggo questo e altri aforismi, citazioni e racconti su Parigi di grandi poeti, mentre mi lascio ammaliare e infatuare dalle loro parole, con la testa (letteralmente) fra le nuvole.

Vedere Parigi dall’alto è un’esperienza degna di essere inserita nella bucket list di ognuno: provoca piacere a prima vista. Nei giorni seguenti il mio arrivo non aspettavo altro che il momento di salire in cima a un edificio per ammirare la splendida vista; come una bambina, facevo correre mia madre per le scale per arrivare il prima possibile, e passare minuti infiniti davanti a quello spettacolo.
Ammiravo i palazzi, le case, i boulevards, i monumenti, la Senna… mi mangiavo la città con gli occhi mentre cercavo di imprimerla nella mia memoria.
Parigi è particolare; si trovano moltissime cose inusuali, inconsuete, peculiari: piccole boutiques raffinate, piccoli negozi colmi di oggetti e vestiti vintage, brasseries tipiche, il profumo di baguettes appena sfornate.
Passeggiavo, come una vera turista, per le vie di Parigi e studiavo chi mi si parava di fronte; vedevo diversità e stranezze, uomini e donne particolari; ognuno sembrava portare con sé la sua storia, i suoi sogni, le sofferenze e la felicità, tutto il suo vissuto; le persone mi sembravano vive nel senso più profondo, vere. Mi divertivo a incrociare gli occhi della gente nel métro per scrutare le loro emozioni e vedere le loro reazioni.

I giovani parigini sono sempre a fare festa, si sono impossessati degli argini della Senna e ne hanno fatto il loro luogo d’incontro e di baldoria. Ben organizzati con le provviste, si stabiliscono sulle rive del fiume e chiacchierano mentre bevono birra e mangiano formaggi. Ciò che più mi ha impressionata quando ho cenato sul traghetto che attraversa la Senna, è stato vedere centinaia di parigini che mangiavano, come me, seduti lungo tutto il fiume a mangiare, bere e divertirsi fino a tarda notte, con quell’entusiasmo di cui oggi troppo spesso dimentichiamo l’importanza.
Mi sono lasciata stupire da tutto ciò che la città potesse offrirmi, mi sono fatta incantare dai maestosi monumenti, dalle viste mozzafiato, dall’architettura ampia e maestosa. È stata una delizia per la mia anima e per i miei occhi, e, per chiudere con un proverbio:
Quando il buon Dio si annoia in cielo, apre la finestra e ammira i boulevards di Parigi.
Sophie
Se vi piace Parigi e i romanzi gialli “vecchio stampo”, vi consiglio visitare il mio blog e visitare la categoria “Il mio romanzo”: infatti, il mio libro d’esordio “Il Maestro dei morti”, è ambientato a Parigi nel 1933. Molti hanno apprezzato la presenza della città nella storia: le sue vie, la sua storia e i suoi luoghi pittoreschi, addirittura misteriosi.
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