Il momento cruciale

Quest’articolo di Valeria è l’ultimo di un mese unico, nel quale il nostro sito è passato dal Nepal e dalla Romania, dalla Lituania alla Germania, passando per l’Inghilterra e l’Irlanda, per il Brasile e la Francia. Come conclusione, il focus torna qui, in una piccola località fuori Milano, dove il 9 giugno si è avuta una giornata interamente dedicata ai diritti umani.

Nella piccola località di Corsico (che si trova appena fuori Milano, sull’alzaia del Naviglio Grande), ci si imbatte in un’antica cascina a corte aperta recentemente ristrutturata. La visione ha un che di onirico, specialmente perché la cascina cinquecentesca guarda, sull’altra “sponda” dello spazio verde, un’imponente struttura dorata a forma quasi trapezoidale, luminosa e particolarissima. Questo luogo è, oggi, sede dell’istituto buddista italiano Soka Gakkai; il quale, come dimostra il nome “Centro culturale Ikeda per la pace”, ha come scopo fondamentale il perseguimento della pace e della felicità di tutti gli esseri viventi, attraverso la diffusione dell’umanesimo buddista, fondamento di una religione dalle radici storiche che ha conosciuto un grande sviluppo in tutto il mondo dalla seconda metà del ‘900.

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Uno scatto dall’interno del Centro Culturale Ikeda per la pace

Il giorno 9 giugno del 2019 il centro ha organizzato una giornata aperta a tutti i visitatori, buddisti e non, interamente dedicata al tema dei diritti umani. Dalle dieci del mattino alle sette di sera, un’ondata di persone è stata accolta calorosamente dai volontari, praticanti buddisti, che nel loro complesso hanno portato performances teatrali, danza, musica, e altre attività di sensibilizzazione al rispetto della dignità dell’essere umano, trasmettendo così il significato della propria pratica e visione della vita. L’energia creatasi ha dato prova concreta della possibilità di creare la pace a partire dal proprio ambiente e iniziare a costruire una società basata su di essa. Alcune performance come La rete di Indra (metafora buddista che spiega l’interdipendenza di tutti i fenomeni), hanno puntato sul coinvolgimento spontaneo dei visitatori, creando unità dove fino al momento prima c’era estraneità.

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Una fotografia nella quale sono ritratte Isabella Biffi, Vittoria Doretti e altri membri dello Staff

L’apertura a un pubblico più ampio possibile è stata testimoniata in particolare dalle tre conferenze che si sono tenute nell’auditorium, ognuna delle quali ha affrontato un tema più specifico, attraverso esperienze e riflessioni di diversi relatori. La prima conferenza, intitolata Essere donna in questo millennio, ha visto come protagonisti persone attive nel campo dell’emancipazione femminile; oppure, come nel caso di Isabella Biffi, regista e cantautrice, esempi viventi di donne coraggiose impegnate nella società: quest’ultima, con grande ironia e semplicità, ha raccontato la propria esperienza come responsabile di un laboratorio teatrale all’interno del carcere Opera, che l’ha portata a mettere in scena uno spettacolo in giro per l’Italia con attori-detenuti a “fine pena mai”. Una donna che malgrado le proprie naturali insicurezze per un’impresa rischiosa, anche “solo” per essersi trovata a lavorare con uomini dal passato violento e potenzialmente pericolosi, è riuscita ad andare oltre i propri e altrui pregiudizi con la mente aperta e un’incredibile forza di spirito.
Altrettanto importante è stato il contributo di Vittoria Doretti, medico, ideatrice della Rete Codice Rosa della regione Toscana, oltre a quello di Alessio Miceli, presidente dell’associazione Maschile Plurale, nata con l’obiettivo di “mettere in discussione i modelli sessisti, misogini e patriarcali ancora così radicati nella nostra cultura e promuovere una ridefinizione del rapporto tra le donne e gli uomini”.
Il valore delle differenze è il titolo che è stato dato alla seconda conferenza, avente come introduzione il monologo teatrale di Francesco Riva, giovane attore che ha fatto della sua dislessia un punto di forza, riuscendo ad emozionare profondamente il pubblico; insieme a lui, i relatori presenti hanno raccontato la trasformazione di una situazione apparentemente senza via d’uscita in un punto di partenza per la propria “rivoluzione umana”, concetto chiave del buddismo della Soka Gakkai. La più straordinaria delle storie è forse stata quella di Susanna Prada: dalla sua cecità, che le ha stravolto la vita in adolescenza, ha ricavato il maggior valore: a soli diciott’anni ha fondato il Gruppo sportivo dilettantistico non vedenti, per non dover rinunciare alla propria passione e per dare le stesse opportunità a tutte le persone nella stessa condizione; oggi Susanna è Campionessa Mondiale Paralimpica di Sci Nautico.
Dell’ultima conferenza, particolarmente rilevante è stato l’intervento dell’olandese Maaike Beenes, rappresentante di ICAN — Campagna internazionale per l’abolizione delle armi nucleari, premiata con il premio Nobel per la pace nel 2017.
L’idea di sicurezza fondata sulla detenzione di armi letali come misura di autodifesa nazionale, ha spiegato quest’ultima relatrice, è falsa e illusoria: le armi nucleari sono un pericolo non solo per gli avversari di chi le detiene, ma per tutta l’umanità. La violenza e la guerra, come si può dedurre dalla storia di ogni paese, sono un circolo vizioso legittimato da sterili ideali che portano infine alla miseria più assoluta. Membro della coalizione ICAN è la campagna italiana Senzatomica, promossa dallo stesso istituto Soka Gakkai, la cui mostra ha fatto il giro del paese in anni recenti ed è stata allestita anche per questa occasione in uno spazio contiguo alla sala della conferenza. Obiettivo della mostra era ed è tutt’ora che più persone possibili diventino consapevoli del potenziale distruttivo delle armi nucleari, partendo da un’analisi individuale sui meccanismi che ci fanno considerare l’altro come il nemico da distruggere, annientare, nell’illusione di preservare così la nostra libertà. Allo stesso modo di quelli citati, ogni relatore che ha portato il proprio contributo nelle tre conferenze ha illuminato diversi aspetti della nostra società, trasmettendo speranza agli ascoltatori con la concretezza delle proprie parole.
Alla fine della giornata, non poteva non emergere la riflessione unanime sull’infinità delle cose ancora da cambiare in questo mondo, sul fatto che ogni persona ha la possibilità di dare qualcosa nel suo piccolo ma anche di aspirare ad altro, di spingersi fino a dove mai nessuno si era spinto prima. Quello che è stato il messaggio centrale promosso da quest’evento è la necessità che ogni individuo sia consapevole di essere unico e prezioso, che i grandi cambiamenti partono da una sola persona che come dice Daisaku Ikeda, presidente della Soka Gakkai Internazionale, “si alza da sola”, perché “la rivoluzione umana di un singolo individuo contribuirà al cambiamento nel destino di una nazione e condurrà infine a un cambiamento nel destino di tutta l’umanità”.
Ed è bene ricordare che ciò risulta più comprensibile quando si sentono storie di persone straordinarie, apparentemente irraggiungibili, ma ciascun individuo può determinare il corso della propria esistenza dal momento presente, quello cruciale.

Valeria

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