Uno spettacolo improvviso

Come poche gocce cambiano tutto

Nessuno, ma proprio nessuno si stava aspettando della pioggia, così fuori stagione, men che meno un temporale tanto violento, tant’è che al primo tuono ecco che qualcuno gridò alla sparatoria. Eppure no, non si trattava di colpi di rivoltella, bensì di un classico e semplice temporale, che interrompeva la calma di quel pigro martedì pomeriggio.
Pigro sì, ma pur sempre importante: era infatti l’apertura della stagione teatrale, e tutta quanta la popolazione era stata invitata a godere dello spettacolo ad opera di un benefattore anonimo. La rappresentazione in sé non attirava un granché gli abitanti di quel piccolo ma vivace borgo: ciò che più importava era vedere ed essere visti a teatro, un edificio da poco messo a nuovo e portato all’antico splendore. Era, a dirla tutta, l’unico palazzo degno di nota nell’intera cittadina e la vita di tutti quanti, per una ragione o per l’altra, ruotava attorno ad esso. Le signore perbene adoravano sfoggiare i loro gioielli preziosi alle amiche durante gli intervalli, quelle più vanitose perfino alla fine della rappresentazione, al tradizionale cenone in onore di attori e registi ed artisti vari, che però non erano mai veramente al centro dell’attenzione. Al contrario, i ragazzini adoravano, quando finiva la scuola, sostare per un poco nei pressi del colonnato, per giocare a rincorrersi, o addirittura per strappare il primo bacio alla propria ragazza.
Forte dell’amore di tutta quanta la popolazione, il teatro si stagliava, alto, molto più alto di qualsiasi altro edificio, alla fine di una via strettissima, nella quale a malapena ci potevano passare due persone camminando fianco a fianco; potete soltanto immaginare lo stupore di tutti quanti quelli che, abituati a percorrere vicoli angusti, di colpo si ritrovavano di fronte ad un capolavoro simile. Quale meraviglia! Si potevano quasi immaginare gli artigiani che con precisione lavoravano il marmo per giorni e giorni, o le vetrate dai mille colori che sapientemente venivano installate da stranieri venuti da una provincia assai lontana soltanto per quell’occasione.
Quel giorno, nemmeno il temporale fu in grado di sminuire la bellezza del teatro, ma la sua ubicazione, ahimè, creò non pochi scompigli: era infatti possibile raggiungerlo solamente a piedi. Un inconveniente molto fastidioso, specialmente perché il temporale arrivò all’improvviso: per qualche strano scherzo della natura, si alzò dapprima un forte vento che portò delle nuvole nere cariche di pioggia, il tutto nel giro di pochi istanti, per di più successe solo momenti prima dell’inizio della rappresentazione teatrale, sufficientemente presto perché gli spettatori fossero usciti di casa, ma abbastanza tardi perché tutti quanti erano ancora per strada.
Certo questo fatto non piacque a nessuno, ma la persona che proprio non riusciva a calmarsi era la signora Anastasia, che fin dalla prima goccia si lamentava col marito, che le camminava dietro con un certo fare sottomesso, lasciandola da sola nel proprio sproloquio. Sentendole dire qualcosa riguardo ad un pelliccia costossima rovinata dalla pioggia, il signor Roberto le porse, quasi in un gesto automatico,la giacca e sua moglie si zittì per qualche minuto, dopo aver squittito un magro ringraziamento. Lui, dal canto suo, non odiava il temporale di per sé, quanto il fatto che nessuno, tra tutto gli esperti meteorologi, l’avesse previsto. Intanto, nelle strade cominciavano già a formarsi le prime pozzanghere, alla cui sola vista Anastasia rabbrividì, per poi aggrapparsi saldamente al braccio del marito, temendo di cadere e condannare così definitivamente la sua pregiata pelliccia.
Finalmente, dopo quello che sembrò un tempo lunghissimo, la giovane coppia arrivò al teatro e si precipitò all’interno, trovando però nell’immenso atrio una scena che li colse molto di sorpresa. Sgranarono gli occhi, cercando  però di darsi un contegno, ma invano: lo shock era troppo. [continua…] 

Mariana Rosa

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