Non cedere all’oscurità

Come brillare di luce propria

Per me l’inizio di settembre è rivitalizzazione e riflessione. Mente fresca e a riposo, entusiasmo e nuove determinazioni per il futuro che sprigionano un’energia nuova.

Mi è stata proposta un’idea che si accorda perfettamente con il mio stato d’animo attuale: abbandonare la solita rubrica e quindi uscire dalla mia comfort zone, per aprirmi a un’esperienza diversa e un po’ più rischiosa.
Negli ultimi mesi, seguendo i fatti di attualità, ho avuto la percezione di come la coscienza umana si trovi davanti a un bivio: potrebbe rimanere divisa tra la spinta di avidità che chiamiamo istinto di sopravvivenza e l’incapacità di dare un valore alla vita che si cerca comunque di preservare, in balia degli eventi e senza alcuna consapevolezza; oppure risollevarsi dalle proprie ceneri e accettare la sfida di rivoluzionare il modo di pensare la vita su questa terra, a partire dal rispetto per se stessi, per gli altri esseri viventi e per l’ambiente naturale.
Pensieri cupi e di speranza continuano ad alternarsi nella mia mente, sbilanciandosi a vicenda; eppure proprio questa instabilità mi ha spinta a cogliere al volo un’opportunità che mi permette di scrivere su ciò che al momento mi tormenta e, allo stesso tempo, mi motiva di più.

Scriverò tre racconti che esploreranno temi apparentemente sconnessi fra loro, ma con un unico filo conduttore: dai disastri naturali sempre più frequenti dovuti all’azione violenta dell’uomo su questo pianeta, le cui conseguenze si riversano sugli abitanti umani e animali degli ambienti devastati; alla stereotipia di genere nella sua complessità, perché misoginia e omofobia sono due facce della stessa medaglia; fino alla condizione tragica dei migranti, insieme a quella dei detenuti, privati della propria dignità di esseri umani.
La scrittura è il mezzo che sento più adatto a me per esprimere concetti, immagini e sentimenti; un mezzo che mi ritengo in dovere di utilizzare per comunicare una prospettiva costruttiva sulla natura dell’essere umano, che può sempre scegliere di manifestare ignoranza o saggezza, squallore o bellezza, brutalità o sensibilità.
Nel mio piccolissimo ambito, so di poter dare un contributo fondamentale per diffondere una visione che in questo periodo storico non può più essere data per scontata. Credo ci sia bisogno di una profonda consapevolezza per scardinare l’attaccamento a modi di pensare e di comportarsi che disprezzano piuttosto che rispettare, distruggono anziché valorizzare, in un circolo vizioso di sofferenza e infelicità.
Forse queste parole suoneranno a molti come vuote, troppo astratte per essere prese in considerazione, ma se si guarda al peso della responsabilità dell’uomo sul mondo, è più semplice capire come una sua evoluzione interiore sia necessaria.

Il filosofo Krishnamurti disse una volta che “[…] il mondo è nell’oscurità e un essere umano deve trasformarsi, deve essere luce a se stesso. Questa luce non può essere accesa da nessun altro.”
Mi auguro di riuscire a raggiungere di volta in volta, nel corso di questa rubrica, l’obiettivo che mi sono prefissata: parlare a un livello più profondo della mente delle persone, quello che alla fine incide sulle azioni che cambiano il mondo.
Non si tratta di qualcosa che va al di là delle comuni capacità umane: io lo considero semplicemente un allenamento dello spirito, che però è in grado di cambiare la vita.

Valeria Delzotti

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