Frank

Dopo Alice, Anna e Bianca, oggi il nostro blog ospita vi presenta Frank, grafico venticiquenne di Napoli già presente con molti suoi lavori sul nostro sito, che qui di seguito si racconta. 

Francesco nasce a Napoli, nell’anno di Parklife dei Blur, di Pulp Fiction di Tarantino e del primo Berlusconi.

Niente da dire sui primi 18 anni di vita, le cronache sono scarse e lacunose: pare abbia vissuto in condizione agiata, respirando aria di mare ed insozzandosi di terra e sporco insieme ai piccoli coetanei.
2012, l’anno dell’Apocalisse Maya, è una piccola svolta; si avvia a concludere il Liceo, iniziano i grandi viaggi all’estero, oltreoceano, anche in solitaria: Pomerania, Franchia, Katai ecc…
Nel ’13 si ritira sulla rocca di San Marino per gli studi universitari. Passano quattro anni di intenso lavoro, preparazione, studio et esperienze: gozzovigli, baccanali, cene, cenoni, danze, cerimonie e tutto ciò che possa rilassare corpo e spirito. Studia con i grandi del design peninsulare, mastri di Mediolanum, della Laguna Veneta et altre genti straniere et lontane. Si interessa alle arti grafiche, che ama molto, alla pratica del disegno a mano, di quello digitale e delle animazioni multimediali, che produce celermente et con grande maestria.
Nel ’17 lo troviamo nella capitale Insubra, la città in “mezzo alle terre”, Mediolanum: master e specializzazioni. I tempi di luculliana memoria sembrano lontani, ma non troppo. L’equilibro tra lavoro e svago sembra perfetto. Altri viaggi in contrade lontane accompagnano questi anni e nuove conoscenze rendono il tutto dolce e rassicurante.
Nel ’19, secondo le cronache, finisce questa fase di preparazione; di lui ora si sa poco: lo si ritrova forse nel Golfo di Napoli, tra il capoluogo partenopeo e Puteoli, ma non è sicuro. C’è chi afferma di averlo visto a Roma, chi in Franchia e chi nella terra degli Angli.

Dopo un quarto di secolo di vita spera di poter trovare il proprio posto nel mondo, di lasciare un segno con la sua arte, di contare qualcosa, di seguire una sorta di Cursus Honorum, magari in qualche altra contrada lontana, dove le genti non usano il sale.

Frank Manzarek

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