Frank, ultimo acquisto del nostro blog, è un giovane illustratore partenopeo che due giorni fa si è raccontato tramite la sua biografia. Presentazione, la sua, che si esaurisce oggi, con l’intervista alla quale vi lasciamo.
Caro Frank, la prima cosa che salta all’occhio leggendo la tua biografia è un linguaggio — come dire — non proprio modernissimo, che usi con grande padronanza e ironia. Come mai questa scelta? E, se di passione per l’antico si tratta, com’è nata?
Si, si tratta anche di passione per l’antico, ma non solo. Può sembrare un dualismo contraddittorio, un artista digitale/game designer proiettato verso la ricerca della tecnica legata al progresso tecnologico eppure così legato al passato, ma questi due aspetti convivono pacificamente senza farmi soffrire di bipolarismo. Passione trasmessa da mio padre e che ho continuato a coltivare in questi anni in maniera sempre più approfondita. Del resto, volendo parafrasare Cicerone “ …non sapere cosa è successo prima della propria nascita è come restare fanciulli per sempre.” Come dicevo, oltre alla passione per l’antico, anche altri fattori mi hanno spinto all’uso di questo linguaggio: è un riferimento alla narrazione di molti fantasy e GDR (giochi di ruolo) e quindi del campo videoludico di cui mi occupo. Si usa in questo genere di produzioni adottare un linguaggio passatista, un po’ aulica ma non troppo, con riferimenti allo stile delle cronache del ‘200 e del ‘300, didascalico ed ironico, al fine di coinvolgere il giocatore ed immergerlo nella realtà videoludica che sta affrontando.
Quindi è stato anche un omaggio ad un piccolo elemento del mio lavoro.
Nella presentazione hai parlato della speranza di “lasciare un segno” con la tua arte: come speri di farlo e che tipo di segno speri di lasciare?
Per un artista e designer il segno è racchiuso nel proprio lavoro, in un’opera, in un progetto, qualcosa che diventi utile per la comunità, o che faccia appassionare migliaia di persone e magari che si inserisca nella nostra cultura. Non nascondo che perseguo, in certi casi, l’effetto “wow”, ammaliare gli spettatori con un opera, ma è tremendamente difficile.
Napoli e non Lombardia, un quarto di secolo di vita e non 19/20 anni: insomma, non hai certo le caratteristiche tipiche dei tuoi colleghi nel blog. Come ritieni di poter arricchire la squadra di Bottega di idee e in che cosa speri di essere arricchito?
Spero di poter contribuire con le mie doti artistiche, anche se ho visto con piacere che abbondano all’interno del blog. Oltre a questo non so se posso contribuire in un altro modo, oramai non c’è più gran differenza tra un partenopeo ed un lombardo, soprattutto nell’ultima generazione: siamo tutti figli della tecnologia e del consumo. Forse posso avere una visione diversa su certi argomenti, data la mia maggiore esperienza e diversa provenienza.
Essendo tu illustratore generale, d’ogni sorta di articolo e rubrica, hai avuto e avrai ancora possibilità di realizzare immagini praticamente per qualunque scrittore: quale però, delle cinque rubriche presentate dai nostri autori, ti ispira maggiormente? E con quale illustratore auspicheresti di poter collaborare?
Non ho ancora nessuna preferenza e credo che mi divertirò a rappresentare tutta questa mole di articoli ed opere scritte, i quali trattano svariati campi ed argomenti: una bella sfida.
Avvicinamoci alla conclusione con due domande più personali. Dopo 25 anni di vita, per quanti ti auguri ancora di sopravvivere al mondo? E, dopo moltissimi anni d’arte su vari livelli, che definizione ne forniresti?
Almeno altri 25, sperando siano proficui e stimolanti; dopo anni di onorata carriere mi piacerebbe sentirmi parte di un movimento artistico e pienamente inserito in qualche nuova corrente culturale, ma sempre con qualche marchio di fabbrica.
Chiudiamo con una riflessione maggiormente autoreferenziale. Bottega di idee è un tentativo di legare inscindibilmente i poli di giovani e cultura, cosa che — a leggere il tuo testo — sembra molto importante anche per te. Cosa ne pensi di questo tentativo e cosa ti aspetti da questa esperienza?
Sono molto contento e profondamente soddisfatto e sollevato per l’esistenza di questo progetto: fa bene sperare in questa generazione.
Mi aspetto di scambiare opinioni ed idee, anche su argomenti molto complessi, magari anche filosofici o di altre materie umanistiche e sono sempre pronto all’apprendimento. Inoltre, visto la presenza di altri artisti, sono ansioso di scambiare con loro opinioni, tecniche e osservazione. Per concludere spero anche che il sito continui a crescere e che continui a comunicare i suoi brillanti contenuti.
Federico