Breve storia del morbido

Tra Bedoglio e Spriana

È naturale, quando si è in dolce compagnia, cercare qualcosa di morbido su cui adagiarsi insieme. È un movimento spontaneo insito nella natura umana, come cacciare quando si ha fame o cercare l’acqua quando si ha sete.
A meno che voi non possediate una lavastoviglie particolarmente comoda, al giorno d’oggi, sembra quasi scontato muoversi verso un letto — o al limite un divano — ma ciò non sempre è stato così semplice. Ci sono voluti migliaia di anni di sviluppi tecnologici e culturali per arrivare al moderno morbido sintetico, che sia memory foam o mera gommapiuma. È attorno a questa evoluzione che ha vorticato tutto il procedere della storia. In nessun altro campo come in quello dei materassi l’innovazione tecnica ha portato un così grande impatto sul corso degli eventi. Una storia di tale importanza non può di certo essere ignorata e la sua comprensione è fondamentale per capire in modo profondo ciò che veramente ha determinato la storia dell’uomo.

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Una delle contrade disabitate

Per aiutarci in questa missione, è stato necessario indagare in prima persona le condizioni di vita degli uomini nel passato. Ci siamo così recati nelle varie contrade disabitate situate nel comune di Spriana in Valmalenco, come Bedoglio o Piazzo, raggiungibili in poco tempo grazie a un bellissimo sentiero che ha origine in Arquino.

 

Come primo e vero giaciglio d’affetto, dobbiamo considerare il sottobosco. È il più semplice materasso e di certo il più adatto ad accogliere le coppie in amore. È, infatti, il più versatile, date le infinite forme in grado di soddisfare qualsiasi curva anatomica. Ogni appiglio è automaticamente ergonomico, essendo l’uomo evolutosi su di esso. Con le sue peculiarità, il sottobosco è sempre in grado di stupire; basti pensare alle sensazioni imprevedibili che potrà stuzzicare un riccio di castagno o alla comodità inaspettata di un letto di fiume nonostante l’assenza di doghe.
Dall’incontro con il freddo dell’inverno nacque però l’esigenza di crearsi un giaciglio artificiale, meglio se al chiuso.
Per cause climatiche, l’uomo andò quindi a crearsi dei cumuli di foglie e sterpaglie, sia ricoprendoli di pellicce sia lasciandoli a nudo. Questi assicurano un ottimo isolamento termico e possono proteggere dall’umido del suolo — un metodo rudimentale ma efficace, creatosi per naturale evoluzione.
L’unica pecca era l’impossibilità di sapere cosa si nascondesse sotto a tutte quelle foglie; non di rado una donna si trovava a essere accarezzata da tre mani, eppure questo poteva anche risultare piacevole. Successivamente, questi mucchi furono raccolti in sacchi.
Con il termine dialettale paiùn si indica proprio un grosso sacco di tela riempito in origine di paglia e successivamente, dal XVI secolo con l’arrivo in europa del grano turco, soprattutto con le foglie secche di questo cereale. La sua scomodità deriva principalmente dal pizzicore che possono creare le foglie zigrinate e dai rumori dei loro scricchiolii, uniti ai rantoli di soffocamento dei furbi rimasti intrappolati. Le foglie e la paglia, col passare del tempo, partendo dai nobili e dai più ricchi, cominciarono a essere sostituite da piume o da lana pressata, avvicinandosi così ancora di più al materasso di oggi. La popolazione povera continuò comunque a dormire sul propio paiùn per molto tempo.

Il salto più grande si ha con l’introduzione delle reti metalliche e dei materassi a molla. Questo assicurò il massimo spasso per gli innamorati. Le molle, infatti, sono in grado di dare una grandiosa spinta propulsiva ai moti ondeggianti dell’amore. Sebbene il materasso a molla fosse stato inventato in Germania nel 1871, fu solo con il boom economico successivo alla seconda guerra mondiale che alla popolazione europea venne reso possibile munirsi di quei meravigliosi letti.

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Uno dei materassi più scintillanti e moderni.

Piano piano, le molle si fecero sempre più grandi e potenti e le famiglie più felici. Prima di questa rivoluzione, la popolazione globale era stata contenuta grazie alle basse prestazioni dei materassi, ma con i nuovi modelli così performanti, si ebbe ovviamente il grande boom delle nascite. Questo incremento della popolazione rese necessaria l’introduzione di materassi di gran lunga più noiosi, furono così immessi nel mercato nuovi materiali sintetici, fino ad arrivare al tristissimo memory foam.

Non disperate, però: in questo caso il progresso, per quanto possa sembrare così triste e irrevocabile, lascia comunque la possibilità di scegliere. Nulla vi vieta di tornare al paiùn o di montare uno strato di muschio su tappeti elastici.
La sola cosa importante è che siate consapevoli dell’enorme influenza che questa vostra scelta avrà nella società.
Ma è quindi la società a plasmare il materasso o è il materasso a plasmare la società? A una domanda così gravosa non può certo rispondere la mia parziale conoscenza, già uomini infinitamente più grandi di me si sono scervellati invano. Da sempre, questa è una domanda che logora gli animi degli uomini alla ricerca della verità.

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Uno dei materassi “maltrattati” di cui si discorre qui a fianco.

Certo è che il materasso è capace di influire incredibilmente sulla vita delle persone; lo dimostra la triste storia rappresentata in queste foto, tutte scattate come detto nei paesi abbandonati nei dintorni di Spriana e Arquino. Cosa ne ha causato lo spopolamento? Cosa ne determinò la crisi delle nascite? Certo, può avere contribuito la mancanza di una strada o lo sfratto negli anni ’80 a causa della frana di Spriana, ma quei materassi trattati così male non possono che destare sospetto. Chi avrebbe piacere a stendervici sopra?
Lascio a voi le ovvie conclusioni.

Carlo

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