Bello o impossibile?

364 giorni e 30582 visualizzazioni fa, il 4 agosto del 2019, su questo blog, usciva Dalla parte degli ultimieditoriale del redattore in cui si annunciava la tematica scelta per quel mese particolare: il disagio, con un focus particolare sul disagio giovanile.
Di lì in avanti, dopo un anno, molte cose sono cambiate. Una, però, non è mai mutata: lo scopo e, dunque, la strutturazione del blog.
I componenti della redazione, il contesto mondiale a essi esterno: molti fattori, come detto, possono mutare; proprio per questo, per dare senso al mutamento, qualcosa deve rimanere stabile, fermo, fisso. E questo qualcosa — e quelle persone che ormai ci seguono da molto tempo ben lo sanno — è l’ideale che, da quasi quattro anni a questa parte, ci ispira: tenere assieme, in un unico abbraccio, le forze dei giovani da una parte e, dall’altra, la grandezza, la complessità, l’importanza della cultura. A questo scopo, dopo avere portato le nostre ormai usuali — anche se sempre diverse — proposte (dalle rubriche dei componenti del blog al mese giornalistico, passando per le interviste del redattore e la conferma del Concorso Poetico), proprio come l’anno scorso, abbiamo scelto di dedicare i tre mesi conclusivi della nostra “stagione” a temi specifici: tutte quelle emergenze che il Co-vid 19 aveva eliminato dalle cronache (il razzismo, l’integrazione, la necessità di una diversa informazione, l’importanza del volontariato, eccetera) a giugno; una rilettura, operata da autori esterni, di tematiche già affrontate dal blog, a luglio, dando così anche la possibilità ai nostri autori di riposare un mese — possibilità, ovviamente, che per par condicio viene data, ad agosto, ai nostri illustratori. Già l’illustrazione di questo editoriale, per esempio, è stata realizzata da un vecchio componente del blog tornato per regalarci tre nuovi contributi. Tre illustrazioni ciascuno (come tre, del resto, erano gli articoli scritti dalle cinque autrici esterne, nel mese appena passato) per le cinque illustratrici che sbarcheranno su Bottega di idee di qui al 31 agosto: oltre alla già citata Gaia, avremo quattro novità assolute, tutte da Milano e dintorni: Althea Gagliano, Sara Galasso, Virginia Falascone e Clara Vecchi. Tre illustrazioni (tranne Virginia, che ne porterà quattro) e tre temi: il sesso, l’amore, il genere. Tre sfumature, un’unica proposta: una proposta — la nostra — che tenterà, se non di esaurire, quantomeno di rendere l’idea della vastità dell’argomento e della complessità necessaria per non ridurlo, svilirlo, depauperandone la portata.
È a questo scopo, dunque, che gli articoli saranno molto diversificati tra loro: vi saranno tre articoli — in un ideale percorso che, dalle vette cui l’amore può portare, conduca all’odio e alla morte così tipicamente terreni — firmati da chi vi scrive ora; un’intervista a una psicoanalista lacaniana, Adele Succetti; vi sarà un “inno” firmato da un’autrice esterna, Michela Guerra, che tratterà tanto del peso che le aspettative esteriori generano sull’interiorità di una donna quanto della difficoltà, quasi ontologica, dell’essere donne in un mondo così tristemente maschilista; avremo una prospettiva quasi storica, portata dalla nostra Francesca, che prendendo spunto da vari momenti della storia mostri i legami con i movimenti femministi di oggi; parleremo, grazie a Francesca Giudici — una delle più lette tra le autrici di luglio, che solo poche settimane fa terminava la sua rubrica su poesia e vita — del sesso nel cinema e del cinema del sesso, non negandosi nemmeno una parentesi sulla pornografia, la quale verrà ripresa (in chiave soprattutto educativa) da Alice in un articolo certamente ironico ma con una grande sostanza alle spalle. Oltre a ciò, per completare il quadro, avremo un articolo molto particolare (sul quale non vi anticipiamo nulla) firmato dalla nostra Laura e tre coppie di poesie — che ovviamente verteranno sulle stesse tematiche — griffate da Federico, Anna (altra autrice già operativa a luglio, con la sua rubrica sull’alcolismo, nonché seconda assoluta del nostro Concorso Poetico) e Alice.

Insomma: come ormai abitudine, la proposta è ampia e il tema decisamente importante da trattare, specialmente in un mondo così riduzionistico, così naturalmente inclinante alla banalità e alle facili trattazioni, (quasi) inevitabilmente rigettante la complessità. Un sentiero, diremmo così, percorso nella consapevolezza della necessità di abitare la complessità, vivendone le difficoltà.
Perché, come diceva un autore certo non banale come Paulo Coelho,

“Chi desidera vedere l’arcobaleno, deve imparare ad amare la pioggia”.

Federico

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