La grandezza del mondo non la si afferra mai del tutto quando si è rinchiusi nella propria bolla quotidiana. Si cerca, allora, di far scoppiare quell’involucro appena ne si ha la possibilità, esplorando con curiosità le diverse meraviglie che ci si stagliano davanti agli occhi ogni giorno.
Una delle esperienze che nella vita aiutano ad aprire i propri orizzonti è sicuramente quella universitaria; uscire dalla propria provincia, nel quale a volte si rischia di rimanere fossilizzati, per andare a studiare ed ampliare le proprie conoscenze potrebbe sembrare qualcosa di poco speciale al giorno d’oggi, ma che ha il potere di intrecciare le vite di migliaia di persone che senza quel viaggio non si sarebbero mai incontrati.
Trovarsi con un animo ancora acerbo all’interno di un mondo che ci sembrava così lontano e adulto potrebbe sembrare un’avventura spaventosa che con l’avanzare del tempo si trasforma in una crescita personale. Avventurarsi all’interno di un ateneo, lontani dal proprio rifugio sicuro, senza conoscere nessuno, trovandosi circondati da persone completamente diverse da noi ci farà sicuramente sentire spaesati, incapaci di realizzare sul momento il cambiamento che stiamo intraprendendo. Eppure in quel preciso istante stiamo iniziando un cammino importante per il nostro sviluppo.
All’università ci si trova ad aver a che fare con persone di qualunque genere, età, orientamento sessuale, religioso, etnia; diventa così un luogo che imita la realtà, dove si ha la possibilità di incontrare ogni tipo di individuo con cui poter condividere esperienze, pensieri e potersi confrontare ogni giorno con cambiamenti e diversità che rimpiccioliscono i confini della propria mentalità.
Il confronto, in un mondo come quello dell’Università, è fondamentale: non solo perché approcciamo lo studio in un modo diverso, ma, soprattutto, perché apprendiamo che nel mondo siamo tutti parte di una grande diversità, che riesce a renderci tutti unici nei nostri pensieri e al contempo ci accomuna gli uni agli altri, insegnandoci a rispettare un pensiero avverso al nostro.
La scelta dell’università — sicuramente una delle più importanti della nostra vita — porta con sé una diversa infinità di esperienze e persone che cambiano il corso della nostra esistenza per sempre. Anche il ruolo del professore diventa (finalmente) decisivo: i docenti hanno il compito di farci comprendere l’inclusione e il valore di ciò che è diverso da noi, per volgere al futuro giovani più consapevoli, ottimisti e tolleranti.
Qualunque tipo di università — ma anche, in senso ampio, di cambiamento, di opportunità — ci dovrebbe donare la consapevolezza di far parte di qualcosa di più grande, qualcosa in cui ognuno ha nel proprio piccolo la forza di espandere il proprio sapere per non sentirsi mai superbo di fronte a qualcosa che non si conosce appieno, per comprendere la diversità che ogni persona si porta appresso.
Lo studio, la conoscenza, le aule, i professori, i compagni di banco, di classe e laboratorio: tutto ciò proviene da esperienze, vite, conoscenze, percezioni completamente diversi dal proprio che possono aiutarci a cambiare prospettiva e comprendere la tolleranza.
Espandere i propri orizzonti grazie all’incontro con persone provenienti da ogni ambito sociale, pensiero, etnia e orientamento ci fa crescere, ci fa capire quanto vasto sia il mondo in cui viviamo, di quanto piccoli da soli possiamo sembrare nella nostra diversità, che ci fa così distinti da ogni essere umano e al contempo ci accomuna ad esso, aiutando a confrontarci con comprensione ad ogni pensiero dell’essere umano.
L’universo contenuto all’interno di una classe, di una mensa, di un tavolino di un bar si trasforma, così, in esperienze che assottigliano i pregiudizi, che ampliano le conoscenze, la tolleranza, la mente, e quindi, in definitiva, la bellezza del mondo.
Alice