Quanto annunciato due giorni addietro, cioè la nuova Giuria del Concorso Poetico, inutile negarlo, è una novità rilevante. Una novità che indica una direzione chiara: l’uscita, a tutti costi, anche solo dal rischio dell’autoreferenzialità. Direzione che, peraltro, è la stessa intrapresa dalla collaborazione con Mattia Agostinali, che ha già conosciuto il suo esordio. O la stessa della collaborazione incrociata con Vanessa Bocchi e il suo blog, Discodiversity, sul quale è recentemente uscita un’intervista a chi vi scrive.
Lo diciamo subito: non abbiamo mai creduto — e se parlo al plurale è perché so che quanto vado dicendo verrebbe indubbiamente sottoscritto da tutta la redazione che dirigo — che l’autoreferenzialità costituisse un male da demonizzare, quanto piuttosto una fase da attraversare. Proprio dal dialogo con Vanessa sopra citato è emerso chiaramente come quella che oggi è una realtà mai lo sarebbe diventata senza un bisogno, profondo e soprattutto interiore, di chi ora va digitando queste parole. Di lì, il bisogno privato e personale è divenuto collettivo. Solo così, cioè solo attraversando l’autoreferenzialità, è stato possibile arrivare al blog che, di mese in mese, si conferma sempre più facente parte della realtà di ciascun suo componente. Ora, però, sta gradualmente venendo il momento di voltare pagina, nella consapevolezza di star comunque scrivendo sempre lo stesso libro.
E se è senz’altro vero quanto scriveva Henri Bergson, e cioè che “esistere è cambiare, cambiare è maturare, maturare è continuare a creare se stessi senza fine”, lo è anche il fatto che non c’è cambiamento — in generale, tantomeno di se stessi — senza il mantenimento di struttura. E la struttura del nostro blog, come evidente, è la redazione. Redazione che, oltre a confermarsi in toto, tra pochi giorni accoglierà Althea, una nuova illustratrice che verrà presentata — nelle usuali forme della biografia e dell’intervista — nei prossimi giorni, e che già in passato aveva portato il suo contributo, in particolare nel mese di agosto.
Oltre ad Althea, come detto sopra, la redazione si confermerà in toto. Gli autori delle rubriche appena passate, insomma, ne porteranno di nuove. Francesca Parrotta, per cominciare, si proporrà di parlare della situazione dei giovani durante la pandemia e in particolare di salute mentale — così puntualmente ignorata in scuole università e posti di lavoro. La sua omonima, Francesca Giudici, proseguirà sulla linea intimista che ormai da tempo sta perseguendo, proponendo tre lettere indirizzate a se stessa e alla propria famiglia, toccando temi come l’abbandono e il perdono. Laura, la nostra antichista preferita, affronterà invece il tema del viaggio, enucleandone le specifiche caratteristiche tanto ai giorni nostri quanto nell’antichità, e mostrando un aspetto quantomai utile in tempi di pandemia: la costrizione nello spazio non è necessariamente antitetica al viaggio interiore, alla modificazione di se stessi — come dicevano Seneca e Orazio: non è il cielo a dover mutare, ma l’anima. Chi scrive ora, poi, proseguirà la rubrica chiamata Ritratti d’ossessione, ma in un modo molto diverso rispetto a quanto fatto fin qui. Concludendo, Valeria porterà tre aspetti specifici del Giappone, con un approfondimento sull’Est del mondo che non si fermerà a lei ma abbraccerà anche le due collaborazioni esterne: quella con Anna Lanfranchi, già autrice di alcuni testi sull’alcolismo nonché dei più recenti Esercizi di stile, che interpreterà il viaggio ideale di una figura che attraversa tre fasi importanti della storia della Cina; quella con Michela Guerra, che, dopo aver dato il suo contributo nel testo femminista dall’emblematico titolo Corpo di battaglia, estraendo da una band orientale (i BTS) dei temi ricorrenti, li inserirà in una playlist (che sarà resa disponibile e su YouTube e su Spotify) grazie alla quale individuerà tratti che avvicinano al contesto sudcoreano e non solo.
Come se questo e l’annuncio del Concorso Poetico non bastassero, sono tornate anche le interviste: in questo mese vedranno la luce due dialoghi fatti tra chi vi scrive ora e Stefano Sosio (poeta e prosatore di grande livello) nel primo caso e, nel secondo, un componente di GPS, un Gruppo di Partecipazione Solidale di Milano che scopriremo essere di grande valori.
Ad agosto, l’articolo che tanto aveva fatto rumore per i motivi che ben sappiamo, aveva un tema ben chiaro: il superare conservando. In modo molto più rozzo della trattazione di allora, è così che potremmo riassumere quanto appena detto: con un tentativo di andare oltre se stessi pur mantenendo le proprie caratteristiche — quelle di un blog libero, aperto, e unicamente mirante al ridare la giusta luce alla cultura.
E se già Tolstoj ci ammoniva dicendo che “tutti pensano a cambiare il mondo, ma nessuno a cambiare se stesso”, Einstein chiosava così: “la misura dell’intelligenza è data dalla capacità di cambiare quando è necessario”.
E di Einstein, diremmo, c’è da fidarsi.
Buon cambiamento a tutti.
Federico