I BTS: una critica sociale

Portavoce e sostegno di una generazione

Playlist (Youtube e Spotify) e fonti

Negli ultimi anni si è assistito ad una crescita della popolarità globale della cultura sudcoreana, spinta principalmente dal k-pop e dai k-drama e aiutata da Internet e dai social media. Tra le figure chiave di questo successo troviamo il gruppo BTS, che attraverso la musica ha avvicinato persone di tutto il mondo alla cultura sudcoreana e ha raccontato le sue storie, che però appartengono anche al pubblico sudcoreano e, in alcuni casi, a quello mondiale, e che a volte hanno toccato questioni sociali. 

Nella playlist correlata a questo articolo ho inserito come prima traccia 목소리 (Voice) di RM, rapper nonché leader dei BTS, perché volevo darle un inizio calmo e perché credo che sia una buona introduzione ad un oggetto di critica presente in almeno due canzoni del gruppo: l’importanza dello studio e del successo instillata dalla società nei giovani. Nella canzone, infatti, RM confessa di essersi impegnato ogni giorno per essere valutato in numeri insignificanti, e di aver desiderato il successo sotto la pressione della società, ma di non essere stato, nemmeno per un momento, felice mentre studiava o in pace quando era il primo della classe. Il successo scolastico e lavorativo quindi non portano alla felicità come gli adulti fanno pensare ai giovani, e non sono sogni grandi, bensì superficiali. I BTS ne trattano ampiamente in No More Dream, che inizia con le domande ossessive “Hey, qual è il tuo sogno? E’ tutto qui il tuo sogno?”, a rappresentare la pressione che la società pone sugli individui affinché sognino in grande … ma in termini accettabili: il massimo da desiderare è una grande casa e una grande macchina, il primo lavoro dei sogni è essere un impiegato governativo, e chi ha altri obiettivi è scoraggiato dal raggiungerli proprio da chi poneva l’accento sull’importanza dell’avere un sogno. Nella canzone, inoltre, ci sono riferimenti al sistema scolastico coreano1, che è ulteriormente affrontato e criticato in N.O: fin dai primi versi i BTS e gli studenti mettono forzatamente da parte i sogni personali per condurre una vita monotona, divisa tra scuola, casa e il PC room, e sono spinti dagli adulti a diventare macchine che studiano per essere i numeri uno, altrimenti sono considerati dei falliti. Come in Voice, gli studenti sono infelici, ma la società è inflessibile e li intrappola nella sua idea di successo, liquidando il loro stato d’animo come momentaneo e sostenendo che la loro vita è facile. Sia in No More Dream sia in N.O, dopo aver dato voce alle proprie storie e aver esposto così un problema sociale, i BTS incoraggiano i coetanei a non rimanere incastrati nei piani e nelle categorizzazioni di una società chiamata “infernale”, a prendere il controllo della loro vita e a realizzare i loro sogni.

Altri oggetti di critica nella discografia dei BTS sono l’ineguaglianza e l’ingiustizia socioeconomica, affrontate, come leggerete e ascolterete, in modi diversi. Spine Breaker fa riferimento alla moda, diffusa tra i liceali sudcoreani (ma non solo, la tendenza è osservabile anche in Italia) attorno al 2008 e il 2009, di indossare dei giubbotti imbottiti che, per il loro costo elevato, iniziarono ad essere chiamati “spine breakers” perché gli studenti facevano spaccare le schiene ai propri genitori per poter comprare quegli indumenti. Indossare quei giubbotti inizialmente significava essere considerati alla moda o parte di un gruppo, ma presto divenne un simbolo di status e di divisione in classi. I BTS trattano la questione da tre prospettive diverse: nella prima strofa rimproverano chi desidera a tutti i costi il giubbotto e osservano l’esistenza di due classi, “quelli che hanno, e quelli che non hanno”; nella seconda assumono il punto di vista di chi ha lavorato per ottenere il giubbotto in modo tale da non essere escluso dal proprio gruppo; nella terza affermano di comprendere i motivi per cui i giovani vogliono e indossano i giubbotti, ma li invitano ad esercitare del buon senso. La divisione in classi ritorna in 뱁새 [baepsae, panuro di Webb] (Silver Spoon)2, che già nel titolo oppone i due gruppi e pone l’enfasi sul tema della canzone, trattato interamente dalla prospettiva dei baepsae. I BTS lamentano la sofferenza della loro generazione, malpagata se non retribuita solo con l’esperienza, e chiamata “N-po generation”, la generazione che ha rinunciato a creare una famiglia a causa delle pressioni sociali e dei problemi economici, come il costo di vita crescente, le tasse universitarie e la scarsità di alloggiamento a buon mercato (situazione familiare non solo al pubblico sudcoreano). Le vecchie generazioni sostengono che le nuove non si impegnano abbastanza, mentre i privilegiati non vedono, o fingono di non vedere, i loro vantaggi e vogliono mantenere la situazione inalterata nonostante danneggi una parte della società. C’è quindi un’opposizione tra il proverbio a cui fa riferimento il titolo e che invita gli svantaggiati a non desiderare l’impossibile, e la diffusa mentalità del “volere è potere” che ignora la situazione di partenza degli individui ed è incarnata dalle vecchie generazioni e dagli avvantaggiati. I BTS superano l’opposizione perché, nonostante siano baepsae, sono disposti a fare sacrifici per realizzare i propri sogni (col senno di poi, sono arrivati a camminare accanto ai privilegiati o a superarli), incoraggiano i pari a fare lo stesso e promuovono il cambiamento della situazione, ritenuta anormale. I contenuti di 뱁새 (Silver Spoon) ritornano ampiamente in Am I Wrong, in cui i BTS sono oltraggiati perché il mondo, impazzito, tollera l’ineguaglianza socioeconomica, lo scontro tra le due classi, ma affermano anche di voler perseverare.

L’occupazione giovanile, trattata in un contesto più ampio in 뱁새 (Silver Spoon), torna in primo piano in altre due canzoni. 고민보다 고 (Go Go), canzone-parodia della cultura edonistica della gioventù odierna, dietro la musica tropicale e il testo apparentemente spensierato affronta il problema della cattiva retribuzione dei giovani lavoratori, che non vedono un futuro per il quale risparmiare quel poco che guadagnano, che quindi viene speso. In P.O.P (Piece of Peace) Pt.1 di j-hope, rapper del gruppo, la paga bassa non corrisponde allo sforzo quotidiano dei lavoratori, e la questione della disoccupazione giovanile (fin troppo familiare all’Italia e al resto del mondo) opprime coloro a cui la canzone si rivolge; j-hope non li conosce personalmente, però comprende il loro dolore perché come loro era appassionato e determinato a realizzare i propri sogni, quindi dichiara di voler dar loro conforto e forza e ispirare il cambiamento attraverso la sua musica. Se pertanto all’inizio della loro carriera i BTS si rivolgono perlopiù ad un pubblico adolescenziale, trattando problemi che lo riguardano, crescendo il loro sguardo si sposta alla fetta di popolazione immediatamente successiva, i ventenni, in particolare chi ha un lavoro o lo cerca e fatica a raggiungere i propri obiettivi; in ogni caso il gruppo sprona chi lo ascolta ad andare avanti, assumendo così non solo il ruolo di portavoce di una generazione messa in difficoltà dalla società, ma anche di sostegno dei coetanei nella Corea del Sud e in tutto il mondo.

Michela Guerra

1 Per comprendere N.O è necessario avere queste informazioni: le lezioni al liceo si tengono dal lunedì al venerdì, dalle 8 alle 17, interrotte da un intervallo e da una pausa pranzo. Dopo le lezioni gli studenti fanno una pausa per cenare, poi partecipano ai club pomeridiani e studiano a scuola (obbligatoriamente in molti licei) fino alle 21/22, oppure si recano alle accademie private (aperte anche durante  il fine settimana) per ricevere lezioni supplementari, che terminano tra le 22 e l’1. Lo studio intenso è volto al superamento dell’esame di ammissione all’università; la frequentazione dell’università è molto importante in Corea, e la società coreana avrà una migliore considerazione di chi ha studiato nelle università più prestigiose, chiamate con l’abbreviazione SKY (Seoul National University, Korea University, Yonsei University), che appare nella canzone.Indietro
2 Il titolo coreano rimanda al proverbio “Se un panuro di Webb cerca di seguire una cicogna (hwangsae), si spezzerà le gambe”, che invita le persone di bassa estrazione sociale, i baepsae, ad adattare le proprie ambizioni alle proprie capacità o risorse e a non desiderare l’impossibile, cioè quello che può permettersi chi è di alta estrazione sociale, i hwangsae. Il titolo inglese, invece, rimanda alla spoon class theory, secondo la quale gli individui possono essere classificati in diverse classi socioeconomiche (in ordine gerarchico: gold spoon, silver spoon, bronze spoon e dirt spoon) basandosi sul reddito o le risorse delle famiglie, e il successo nella vita di una persona dipende interamente dalla provenienza da un contesto benestante.Indietro

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...