Respiri velati

*avviso al lettore: nella versione mobile appaiono sopra le illustrazioni e sotto le poesie a cui si riferiscono (il mancato stacco fra queste non è modificabile da noi in alcun modo). Per visionarle a fianco delle stesse, ma anche per una più completa e gradevole fruizione in generale, vi basterà attivare la visualizzazione desktop – cosa che vi consigliamo fortemente. Specifichiamo infine che, per evitare a capo fuorvianti (nella versione desktop) rispetto agli originali, abbiamo uniformato i font delle poesie, rimpicciolendolo a seconda delle necessità. Grazie.

Il podio del Concorso Poetico
1° posto a pari merito: Condizionale (Francesca Giudici), Alla sorte (Francesca Parrotta)
2° posto: Il paesaggio della tua voce (Paolo Polvani)
3° posto: Ad Alta Voce (Marco Cavallero)

Tutte le illustrazioni sono a cura di Bianca Dall’Osto, illustratrice esterna alla nostra redazione, specializzata in illustrazione del testo poetico, con cui abbiamo già avuto in passato piacere di collaborare, che ringraziamo particolarmente.

Condizionale

Ogni volta che mi dici
non potevamo funzionare,
fai violenza 
a quei due 
che in un altro universo
costruiscono case
con mani di paglia. 

E davvero
non vorrei
mai vorrei
essere sola 
e la tua ultima spiaggia
– a questo punto un’isola –
ma c’hanno istruito male:
tu hai costruito rimpianti
di sabbia,
io sparso voci di te
al condizionale.


Alla sorte

Se, gentilmente,
io possassi a terra le rose e le spine
se andassi inerme tra sciami,
se mi lasciassi far strame,
se mi ricucissi insieme,
se mi scrivessi sul bianco e appendessi al balcone (andrà tutto bene)
e se attendessi un tuo cenno
-no, non c’è dono né danno che ormai non aspetti-
tu in cambio, prometti, accetti l’attesa?
Se, gentilmente,
alzassi le mani in segno di resa
rinuncia è vittoria, sconfitta è l’offesa
Se, gentilmente,
ti chiedessi scusa per tutte le ore 
forzate, rinchiuse, stipate in un grido sommerso
tu in cambio prometti 
che cambierai verso?
Mi renderai di quel tutto un bagliore?
Mi renderai quella vita che ho perso?


Il paesaggio della tua voce

Nella tua voce vivono campi di grano e vento
e un possibile aprile

l’annuncia una via di portici
misurata da un suono di castagne

le mele
attendono il vuoto delle ceste

come le stagioni
e questo vento veneto che si aggrappa alle ferite

ora sei qui, nei tuoi colori del nord,
con l’azzurro dei laghi
e questa voce dove riposano lenti miagolii

le tue mattine solcano nevi e lettere
e non hanno peso,
semplicemente respirano
dentro un calmo autunno

mi siedo a fianco dei tuoi brividi

guardo
il paesaggio che la tua voce dispiega


Ad Alta Voce

Respira
Tieni basso il diaframma 
Ed alto il suono in risonanza

Apri la tua bocca 
Ma non aprire il tono
Canta nel dire

E sciogli l’anima in un’aria 

Che pochi sono i versi
E meno ancora

I giorni

a cura di Federico

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