Restar fermi, nel mezzo

“La maggior parte delle tirannie della vita moderna, oppure almeno un sacco di stupidità, sono basate sui tabù cristiani.” – Ezra Pound

“A partire dal cosiddetto Illuminismo l’uomo si è dato ad abbattere, con furia iconoclasta, tutti i tabù, in ogni campo, scientifico, etico e, naturalmente, anche sessuale. È una delle tante sciocchezze della modernità.” – Massimo Fini

Spesso, sia in ambito filosofico sia nel quotidiano, si sostiene che da due asserzioni contrapposte se ne possa raggiungere una terza – diversa, nuova, più ricca. Da una tesi e un’antitesi (ovviamente) contrapposte, insomma, si presume che la terza, la sintesi, possa uscire più completa, profonda, teoricamente migliorata rispetto alle precedenti. È per questo che, per l’editoriale di questo mese, le frasi che inaugurano lo scritto sono due, e non una: perché vogliamo far capire, sin da subito, come l’idea stante alla base di questi trentun giorni sia cercare di rendere questo sito un luogo di discussione, in cui possano coesistere articoli di riflessione e di critica, di analisi e contributi personali, di opinioni accese o moderate, similari o contrapposte.
Il tema, come evidente dalle frasi sopra, è quello dei tabù.
Tabù, dogma, proibizione: tre parole tutte unite da ciò che le lega: il divieto. Divieto spesso esplicito, e talvolta implicito; divieto manifesto, o più subdolamente sotteso. Noi vogliamo chiederci, insieme a voi: perché, attorno a certe tematiche, cade sempre questo forte, pesante, grave velo? Come se non si potesse parlare di certe cose se non a bassa voce, di nascosto, senza farsi vedere. E, d’altro canto, vogliamo domandarci: perché i tabù vengono sempre rappresentati o come qualcosa da superare o come qualcosa da conservare? O ne si è difensori radicali, disposti a tutto pur di trattenerli, o li si considera vetusti, inutili, fastidiosi.
Mai una via di mezzo, mai una possibilità intermedia, mai una posizione equilibrata.

Questo, dunque, ciò che ci guiderà. Per farci accompagnare in questa argomentazione, e per dare il giusto spazio a giovani voci interessate all’ampliamento del tema, abbiamo messo tra parentesi lo spazio dedicato alle interviste, e leggermente ingrandito quello destinato, invece, alle rubriche.
Avremo, cioè, tre micro-rubriche di tre articoli ciascuno, portate da autori esterni al blog ma già abituati a fare pubblicazioni qui. Saranno Dario Bartolucci Lupi, Rebecca Bonini e Lucia Bertoldini infatti, a occuparsene: e se le ultime due scriveranno rispettivamente sulle rappresentazioni dei tabù – cioè su come questi si riflettano nel mondo dei libri e nel mondo dell’arte, per fare due esempi – e sulle loro origini socio-filosofiche – muovendo, dunque, da temi come il politicamente corretto, la censura, o l’indifferenza –, il primo li intenderà come mezzi per poi dire altro –il primo articolo di Dario, per fare un esempio, riguarderà il tabù del denaro all’interno del più ampio tema della ricerca della felicità.
Oltre a questo, vi saranno tre articoli singoli portati da autrici che, invece, ben conoscete: Francesca Giudici, Francesca Parrotta e Laura.
Ma non è finita qui: eccettuato questo editoriale e la Lista di Mattia Agostinali (che ovviamente continuerà anche ad agosto e che è ormai alla sua ottava parte), tutti gli altri articoli del mese verranno illustrati da persone esterne al blog, in modo da dare sia un mese di stacco ai ragazzi e alle ragazze della redazione, sia la possibilità di esprimersi ad altri giovani.
Vi saranno, infatti, cinque illustrazioni di Bianca Dall’Osto – la cui bravura avete già incontrato grazie al Concorso Poetico –, tre di Lara Bartolucci Lupi, due di Jorge Chammas e due di una persona sotto pseudonimo che per il momento ancora non si vuol rivelare.

Insomma: da oggi, e comprendendo questo articolo e l’autore che lo scrive, attorno al tema dei tabù ruoteranno tredici persone fra autori e illustratori, per un totale di tredici articoli.
Alla ricerca non di verità, ma di rappresentazioni; non di soluzioni, ma di dialoghi; non di certezze, ma di consigli.
Perché, come diceva qualcuno,

“È facile andare agli estremi, difficile restare fermi nel mezzo.”

Federico

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