Dalla forma all’essenza

Vitrum – per gli studiosi, composto di vid trum, dalla radice videre; e cioè, propriamente, ‘ciò che fa vedere, trasparente’. È questa l’etimologia (e quindi, in un certo senso, il suo significato più profondo) del termine ‘vetro’, da cui, ovviamente, ‘vetrina’.
Questa piccola parentesi dizionaristica, contrariamente a quanto potreste aspettarvi, non è affatto superflua.
Il vetro, infatti, nel 2019 più che mai, è sinonimo di molte sfaccettature differenti: l’estrema fragilità; il godimento tratto dallo specchiarsi; il cambio continuo di prospettive, e molto altro ancora. Sfaccettature, queste, che si erigono a vere e proprie metafore della società di massa indiscutibilmente immersa nel tronfio e vacuo narcisismo che il capitalismo porta con sé, sfogando nel disagio”.

Così, due anni esatti fa, iniziava l’editoriale di settembre del 2019, chiamato In vetrina.
Al tempo, il precedente mese di agosto era stato dedicato al tema del disagio, il quale era stato affrontato tramite diverse sfumature: due articoli del sottoscritto, Cercarsi e Trovarsi, che destarono parecchio scalpore; Dalla coscienza allo spirito, un contributo sull’alcolismo da parte d’un autore sotto pseudonimo; riflessioni intimiste di Selene Tognoli; e quattro interviste – Pamela Pace, Fabio Galimberti, Domenico Letterio e uno degli articoli più letti della nostra storia: l’intervista a Don Lorenzo Salinetti.

Settecentoventi giorni dopo, molto è cambiato qui su Bottega di idee: nuovi ingressi, nuovi uscite, una segnalazione, mesi senza la pagina Facebook, il passaggio a un dominio professionale, due Concorsi Poetici – l’ultimo, esponenzialmente più seguito dell’altro – una Lista di 100 film ancora da concludersi e, giova ricordarlo anche se esula dal blog, una pandemia globale che ha sconvolto gli stili di vita di ciascuno di noi.
È cosa nota, però: i tempi, come le nuvole di De André, vengono | vanno | ritornano. E ritornano, possibilmente, migliorati.
Da questo deriva la ripresa dell’editoriale di due anni fa, nonché la scelta di ripetere un mese “vetrina”: provare a mostrare, all’interno di un tessuto di continuità, le discontinuità col passato – che, auspicabilmente, mostreranno (anche all’interno di una proposta molto simile) una maggiore maturità artistico-letteraria – oltre, speriamo, a delle rubriche che possiate seguire con altrettanto interesse.
Prima delle rubriche, però, le persone: settembre, da sempre, è mese di presentazioni, e anche questo settembre 2021 non fa differenza. Rebecca Bonini e Lucia Bertoldini, dopo mesi e mesi di collaborazioni esterne, infatti, entreranno in redazione, portando con sé il loro entusiasmo e la loro abile penna; Bianca Dall’Osto e Jorge Chammas, dopo non rare illustrazioni realizzate dall’esterno della nostra redazione, ne porteranno altre facendosi spazio all’interno di essa.
Per uniformità nei confronti dei ragazzi già facenti parti della redazione, s’è scelto di assegnare a ciascun nuovo ingresso lo stesso spazio avuto dai precedenti: una breve biografia e un dialogo con chi ora vi scrive. Queste saranno pubblicati in giorni consecutivi per ciascuna persona, con un giorno di stacco tra l’intervista di una e l’inizio di un’altra biografia.
Dopo questo giro di presentazioni, prenderà il via il mese vero e proprio: Lucia e Rebecca, ma anche Francesca Giudici, Laura, il sottoscritto, Anna e Dario (questi ultimi due come collaboratori esterni), presenteranno la loro rubrica, la quale ci accompagnerà, nei mesi successivi, oltre alle collaborazioni fisse – come quella con Simone Consorti, di cui meglio vi diremo a ottobre, oltre ovviamente alla Lista, che proprio a ottobre si concluderà – e le usuali interviste.

Potrebbe essere finita qui, ma così non è: oltre a questo, Valeria, Francesca Parrotta, Alice e Michele – quattro ulteriori componenti della redazione – si getteranno a capofitto su un altro settore a cui stavamo lavorando da tempo e che ora possiamo finalmente lanciare: un’area di vera e propria ricerca. Da un lato, due di loro cercheranno nuove opportunità per interviste, collaborazioni ed eventi; dall’altro, il restante 50% sceglierà un tema – appartenga esso all’area umanistica o a quella scientifica – sul quale condurrà un serio e approfondito lavoro di ricerca, che venga poi tradotto in reportage, saggi, articoli (che verranno pubblicati nel trimestre febbraio-aprile 2022).

Insomma: parecchie novità, diverse (crediamo) migliorie, e – ciononostante – una struttura nota, che ben conosciamo.
Perché qui, in più d’un ambito, crediamo che Harvey B. Mackay abbia decisamente ragione quando si esprime come segue:

“Un metodo a prova di bomba per restare creativi: costringiti a imparare qualcosa di nuovo”.

Federico

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