Dario

Biografia di una persona normalmente anomala

Dario, seppur abbia sempre vissuto ad Abbiategrasso, guarda il mondo per la prima volta attraverso il vetro dell’ospedale di Magenta; un paese celebre per lo scontro tra i franco-piemontesi per respingere le armate austriache nella seconda guerra d’indipendenza.

Moro, non molto alto, e con uno zuccone testardo talmente duro da poter essere usato come una perfetta testa d’ariete per sfondare i cancelli di un castello. 

I racconti che gli sono sempre stati attribuiti nella sua prima fase di vita ritraggono un esuberante e vivace marmocchio, tanto carino e divertente quanto incontrollabile e vigoroso.

La povera nonna lo sa bene, soprattutto dopo averlo smarrito ad una serata in giro per un borgo siciliano, per poi ritrovarlo su un palco da ballo in braccio a delle ragazze di vent’anni che si sollazzavano a coccolare quel grazioso pargoletto. Chissà che spavento che si prese, ma nulla a che vedere con quello che ebbe quando il piccolo fu sommerso dalle onde del mare catanese per poi essere ripescato da alcuni adolescenti mentre la nonna era rimasta catatonica dalla paura.

Quante ne hanno passate i genitori, soprattutto quella santa di sua madre che ha dovuto sopportare una piccola peste iperattiva che voleva giocare a calcio 14 ore al giorno, sia in casa che fuori, sia con la pioggia che con il sole e che gli ruppe ben due lampadari preziosi e tante altre cose che ora non ricordo.

Si approda alle scuole materne, i tempi dei beyblade, di Dragon Ball, dei primi amici e di quando Dario riusciva ancora a mangiare tutte le verdure. Qui prese già la sua prima cottarella per una bambina della scuola. Lei si chiamava Francesca, e i due erano diventati molto amici, sin quando ci fu il drastico passaggio alle scuole elementari, dove sarebbero stati destinati a due classi diverse. Così Dario, per ripicca contro un sistema che a soli sei anni voleva mettere i bastoni tra le ruote a questo amore passionale che consumava l’anima dei due innamorati come il fegato di un padre single alcolizzato abbandonato dalla moglie, decise di iniziare il suo percorso in un’altra scuola, in una classe di soli 13 ragazzi in un paese piccolino dove si appassionò sempre più alla storia, al calcio, e agli scacchi. 

La vita di questo ragazzino infatti si spartiva tra scuola, cartoni animati, calcio, mentre la domenica si divideva tra messa, sessioni di scacchi e partitelle in oratorio con gli altri bambini. La vita dei sogni per un bambino, culminata con l’estate in Sicilia, a San Vito Lo Capo, un angolo di paradiso ritagliato tra la Riserva dello Zingaro e la cittadina di Trapani. La punta della Trinacria siciliana. Qui Dario ha passato due terzi delle estati della propria vita, amando la brezza marina, il profumo di pesce fresco, pane caldo e fichi d’india, le strade strette mosaicate di sanpietrini che rendono claudicante qualsiasi giro in bici, il dialetto incomprensibile che diventa sempre più semplice e passa tutti i giorni sulla sabbia a giocare a calcio.

Gli anni volano facendo battaglie tra soldatini, partite a pallone, guardando Spongebob e con i primi videogiochi e così giunsero le scuole medie. 

Si trattava di una scuola privata gestita da preti, e si ritrovò in una classe ricca di sfaccettature e di pensieri molto diversi da quella genuinità a cui era abituato.

Era l’età dove si iniziava a guardare le ragazze in modo diverso; con quella curiosità dell’ignoto che non era mai stata così impellente prima, dove si inizia anche ad interessarsi di stile e di moda per essere all’altezza dei primi della classe, di quelli che cadevano sempre in piedi e che avevano le attenzioni delle più carine.  

E così cambiò taglio di capelli, guardaroba, e anche la visione delle cose, e con questa rivoluzione interna si iniziano le scuole superiori.

Questi cambiamenti vengono interiorizzati da Dario che allarga sempre più considerevolmente la propria cerchia di amicizie, che diventano a tutti gli effetti il salvagente a cui si aggrapperà sia nei momenti di difficoltà che quelli di gioia per il resto della sua vita. 

Fu questo il periodo in cui dovette far fronte alle prime angustie, alle prime storie con le ragazze, qualcuna più positiva di altre, alle novità del “mondo dei grandi”, viste sino a quei momenti come una soglia di maturità irraggiungibile. 

Quando un imputato è sottoposto a giudizio del magistrato, deve rispondere in modo integerrimo e adattando la propria terminologia al contesto cercando di oltrepassare le proprie barriere socio linguistiche. Ecco, in classe per lui era lo stesso. Non riusciva a esprimere il meglio di sé, e nonostante l’impegno strenuo e tenace gli ostacoli prima di greco e poi di chimica lo indussero a cambiare tre scuole superiori raggiungendo l’equilibrio perfetto al liceo delle scienze umane.

Qui Dario ritrova il perfetto compendio di materie umanistiche, si appassiona sempre di più al giornalismo e si sofferma a fare esperienze presso alcuni editori che attizzano questa focosa passione per l’arte, la storia e la nostra fantastica letteratura.

Inizia le prime esperienze di lavoro in redazioni giornalistiche e ne esce sempre più gratificato. Gli piace il settore, il mestiere, l’approccio che potrà usare per far buona informazione, e si appassiona sempre più. Proprio da queste orme deciderà di proseguire il suo percorso in Scienze Umanistiche per la Comunicazione in Statale a Milano. Un luogo di classe e sontuoso che incarna a pieno lo spirito umanistico che ha il dovere trasmettere l’ateneo meneghino. Dario ora ha più consapevolezza che lo spinge ad avere grande spirito di iniziativa e ambizioni che auspica fortemente avranno riscontri concreti.

Ora che il percorso di laurea è in procinto di concludersi, gli orizzonti sono parecchi e, essendo il passo più importante di quelli fatti sin qui, bisogna affrontarlo con tutta l’attenzione e meticolosità possibile. In fondo noi siamo ciò che dimostriamo di essere, e quando una persona si sacrifica, si impegna a fondo per le proprie cause con rigore e dedizione allora non dovrà mai recriminarsi nulla sul proprio passato, e potrà vivere la propria vita con maggior serenità ed equilibrio. Lo stesso vale per nostra quotidianità, le amicizie, la famiglia, perfino in amore, ed è così che Dario intende agire nel proprio percorso che lo porterà chissà dove, ma sia fosse qui o su Plutone, intende continuare la propria partita e trasformare in una regina un semplice pedone.

Dario

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