Sei poesie vagamente surrealiste vagamente ispirate da cinque dipinti vagamente realisti
Il Concorso Poetico sta per arrivare. Come piccola anteprima, anche se ovviamente slegata dalla selezione, ecco a voi sei testi di Simone Consorti ornati da cinque acquerelli di Valeria Fraticelli (come sempre in questi casi, ricordiamo ai lettori da smarphone la possibilità di usare la visualizzazione desktop per vedere le immagini, anche se rimpicciolite, a fianco del testo). In una giornata così importante, con la speranza che ciò possa portare bellezza in una giornata così, storicamente, nera.

Ogni volta che cambi viso
Ogni volta che cambi viso
lo specchio ti viene dietro
Oggi avevi capelli sorridenti (castani e neri)
e occhi lunghi (verdi e azzurri)
C’era tanto vuoto
nel tuo puzzle terminato
La mano addirittura ti tremava
mentre ti ritraevi
uscendo dal disegno
per farci entrare un uomo
molto poeta e solo

Vicino a casa tua c’è una gattina
Vicino a casa tua c’è una gattina
che chiamano Triciclo
o Zoppetta
perché ha il pelo lungo
gli occhi grandissimi
e un’altra cosa che non voglio dirti
Lei mangia solo cibo immaginario
e giusto se la guardo
Domani che non ci sarò più
guardatevi voi se sono in ritardo

Poesia scritta in 2 minuti per arrivare a 6 componimenti (il mio numero fortunato)
Hitler Stalin e quell’altro
stanno tornando
ma non si sa quando
Gesù Budda e quell’altro stanno tornando
ma non si sa quando
Valeria invece è qui
con i suoi occhi verdi
che mi parla di cubismo e shintoismo
mentre la tisana che mi ha fatto
fuma nell’aria
assai serafica
Ha appena terminato un acquerello
che le vorrei rubare
da quanto è bello
e sta preparando un concorso per astronauti
dove per essere selezionati
oltre che abili e preparati
bisogna essere scaltri
e comunque non si sa se arriveranno
prima Gesù e Budda o quegli altri

Mi piace risorgere in autunno davanti al mare
Mi piace risorgere in autunno davanti al mare
con i meli sulle dune a forma di Stonehenge
e una casina in campagna
dove il caminetto fuma lento
un fiume scroscia in modalità sussurro
e dentro la casetta
(anche se non ti si vede da nessuna finestra)
ci sei tu

Ho sognato che eri una che parlava
“Se non sei in grado di sopportare
le conseguenze delle tue scelte
non prenderle”
Ho sognato che eri una che parlava
e che mi dicevi questa cosa molto arrabbiata
Dietro di te
accanto a te davanti a te sotto di te
c’eri te
e il sole ce l’avevi pure dentro
Ciononostante non ti faceva ombra
e io non mi bruciavo le retine a guardarti
Forse soltanto per questo
non la smettevo mai
Ricordo quando avevi cinque anni
Ricordo quando avevi cinque anni
che trovando il cancello aperto
un segno da cogliere
varcasti quella soglia inesplorata
inseguendo delle foglie
A più di tre chilometri da casa
decidesti che un secondo segno
era quella donna austriaca
sulla panchina
Così le raccontasti in italiano
tutta la tua vita
(compresa la gattina senza un polmone
che respirava stile fisarmonica)
mentre lei annuiva ad ogni frase
molto teutonica
Solo dopo un’ora si presentò tuo padre
con una faccia piena di guai
e ti diede un bello schiaffo
(Il primo schiaffo non si scorda mai)
davanti alla signora
che faceva convinta di sì
e tu ti sentisti tradita
da uno dei due non sapevi chi
Ricordo quando me l’hai raccontato
lungo il Canale dei Pescatori
in un pomeriggio di primavera
nel punto esatto dove mesi prima
ci aveva giobbizzato la bufera
e noi chiedevamo a chiunque un ombrello
un ombrello un ombrello e invece una tizia
ci diede due sacchi (pure bucati)
dell’immondizia
è bello conservare le tue storie
perfino quelle usa e getta
Da qualche parte devo ancora avere
quel sacco dell’immondizia
accanto alla donna austriaca
che diceva a tutti sì
e che (magari in fronte) ma di certo
ci avrebbe dato un bell’ ombrello
se fosse passata di qui
Simone Consorti e Valeria Fraticelli