*avviso al lettore: nella versione mobile appaiono sopra le illustrazioni e sotto le poesie a cui si riferiscono (il mancato stacco fra queste non è modificabile da noi in alcun modo). Per visionarle a fianco delle stesse, ma anche per una più completa e gradevole fruizione in generale, vi basterà attivare la visualizzazione desktop – cosa che vi consigliamo fortemente per vedere le immagini a fianco del testo, posto il fatto che la visualizzazione da computer resta comunque preferibile. Specifichiamo infine che, per evitare a capo fuorvianti (nella versione desktop) rispetto agli originali, abbiamo uniformato i font delle poesie, rimpicciolendolo a seconda delle necessità. Grazie.

Oltre l’urbano, Daniele Beghè (illustrazione di Bianca)
La strada tra Sorbolo e Ramoscello
è un cimitero di corti contadine
abbandonate, che a poco a poco
perdono la dimensione verticale,
a fianco di quelle lapidi divelte
la pista ciclabile col fondo di bitume
rosso, sangue smacco, aumenta il senso
di straniamento, agli orizzonti i silos,
intorno una strana solitudine periurbana.

La voce roca, Daniele Beghè (illustrazione di Sofia)
La voce è figlia di me a sei anni al bar
dello Sceriffo, dei miei padri a cavalcioni
sulle sedie, dei busso sul tavolo
di formìca verde – il verde, lo stesso, dei ghiaccioli –
del dizionario del tresette.
E’ il blues delle infinite sigarette,
dello sfarfallio dei tubi al neon,
di tutto quel novecento che mi è entrato
dentro, a sfiatare dai posacenere
d’acciaio, dalla ghisa dei tombini.

L’ape è Budda, Sofia Palumbo (illustrazione di Jorge)
Tra un fiore e l’altro
L’ape si è già dimenticata
Chi ha amato,
da rosa a giacinto
ronza lo stesso
nella sua impermanenza
praticando indisturbata
il non attaccamento.
A cura di Anna