*avviso al lettore: nella versione mobile appaiono sopra le illustrazioni e sotto le poesie a cui si riferiscono (il mancato stacco fra queste non è modificabile da noi in alcun modo). Per visionarle a fianco delle stesse, ma anche per una più completa e gradevole fruizione in generale, vi basterà attivare la visualizzazione desktop – cosa che vi consigliamo fortemente per vedere le immagini a fianco del testo, posto il fatto che la visualizzazione da computer resta comunque preferibile. Specifichiamo infine che, per evitare a capo fuorvianti (nella versione desktop) rispetto agli originali, abbiamo uniformato i font delle poesie, rimpicciolendolo a seconda delle necessità. Grazie.

Oggetti smarriti, Pietro De Nova (illustrazione di Jorge)
Capolinea.
Con la calma delle balene
raccolgo i bagagli, i fiori
finti, le stelle filanti.
Nessuno è passato a prendermi.
Sulla faccia, i lividi di un clown
suonato troppe volte dai suoi sketch.
Nemmeno il barrito di un sax
ferma i passanti col suo jazz.
Capolinea.
Credo che il finale spaventi
più della trama. È il coniglio
che non esce dal mio cilindro
di prestigiatore maldestro.
È il colpo di scena che mi invento
ogni volta, dopo l’inventario.
È il sipario.
Capolinea.
Non mi ricordo dove ho messo gli occhiali.
Forse sono rimasti sul treno. Va sempre così:
lasci le cose in posti sicuri per non perderle.
E poi le perdi. Vedo il treno allontanarsi.
Il sax scalpitare. Il coniglio scattare
dal cilindro. Già. Gli occhiali sono sempre sul naso.
Nessuno si è fatto male.

Una mosca, Pietro De Nova (illustrazione di Alice)
Una mosca è rimasta
chiusa nella mia ventiquattrore
tra i calzini e il dentifricio,
prima della partenza.
Ho sempre pensato che partire
fosse un buon pretesto per cambiare
l’acqua ai fiori, chiudere il gas,
tirare dentro i panni.
Eppure, stavolta, qualcosa non torna.
I mobili mi squadrano come vecchi
ergastolani che sanno già come andrà
a finire, mentre la mosca martella per uscire.
Cerco la serratura a luce spenta
per ore, giorni, anni. E non la trovo.
Forse è vero. Non si è mai pronti
all’odore di canfora degli armadi
vuoti.

Marinai, Pietro De Nova (illustrazione di Michele)
C’è una coppia che vive insieme da settant’anni.
Fanno centottant’anni in due.
Lui si sveglia tutte le mattine, prima di lei.
Le porta il caffè a letto.
Tutte le mattine, lei gli chiede:
“Dove sono?” Un passo alla volta,
lui la porta sulla soglia di casa,
a contare gli ombrelli per strada,
mentre il diluvio lava via i nomi alle cose.
Sullo zerbino, si sono sentiti
marinai di una zattera in avaria.
Ma non hanno mai smesso,
neanche un secondo,
di tenersi stretti per mano
prima di entrare nella pioggia.
A cura di Anna